Amministrazione comunale e Regione Veneto hanno deciso di scaricare l’intero problema dell’inquinamento sulle spalle dei cittadini. A parte le giornate ecologiche, la cui efficacia è tuttavia trascurabile, la giunta comunale infatti non ha messo in campo nessuna politica strutturale tesa a prevenire i picchi di polveri sottili.
Di questa mancanza continuano a fare le spese quei veronesi che, per vari motivi, non hanno l’opportunità di acquistare veicoli con motorizzazioni meno inquinanti, e che pertanto restano quindi impigliati nella selva di divieti riguardanti la circolazione degli euro 3 e 4 diesel e degli euro 2 e 3 a benzina. Oltre che iniqua, questa misura è anche discutibile sul piano dell’efficacia perché, anche a parità di omologazione antinquinamento, mette sullo stesso piano motorizzazioni che per consumi e, quindi capacità di inquinamento, sono assai diverse: si pensi ad esempio ai Suv in confronto a delle piccole city car.
Se il Pd fosse al governo della città tratterebbe il problema in maniera più organica, innanzitutto coinvolgendo tutte le aziende pubbliche che nella loro mission hanno la sostenibilità ambientale. In luogo di spendere i soldi delle bollette dei veronesi in sponsorizzazioni a pioggia, aziende come Agms e Amia dovrebbero avviare serie campagne di sensibilizzazione contro lo spreco energetico contribuendo a limitare i consumi delle abitazioni e la produzione di rifiuti.


Inoltre, prima di introdurre dei divieti alla circolazione sui mezzi privati occorre predisporre adeguate alternative a partire da un servizio di trasporto pubblico più capillare e da una rete di ciclabili più sicura e pratica. Di fronte al bisogno, i divieti privi di alternative sono infatti destinati a lasciare il tempo che trovano.
Su questo punto sfidiamo anche la Regione: se è convinta che le auto non debbano circolare, perché non riconosce il disagio arrecato ai cittadini costretti a lasciare la macchina in garage con uno sconto sul bollo auto?
Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani


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