Il rapporto Legambiente sull’ecosistema urbano 2019 conferma il grave distacco, in termini di efficienza nella gestione del territorio, tra la nostra città e gli altri grandi centri urbani che gravitano nella nostra stessa area di influenza, cioè l’asse del Brennero e l’area del Garda. Trento, Mantova e Bolzano, o la stessa Brescia, si posizionano infatti ai primissimi della classifica o comunque entro i primi 30, mentre noi restiamo ben al di sotto della metà. Registra inoltre il distacco della nostra città rispetto agli altri capoluoghi del Veneto.

Una situazione di stallo grave che sconta i continui tentennamenti dell’amministrazione sui temi caldi quali la chiusura del ciclo dei rifiuti, la riduzione del consumo di aree agricole, la riorganizzazione della mobilità cittadina. Le politiche delle alleanze con le altre multiuility del nord, da un lato, e il tema del Pums, dall’altro alto, sono oggetto da anni di un inconcludente tira e molla. Con la variante 23 l’amministrazione ha poi seppellito ogni speranza di avere quartieri un po’ più verdi e fruibili. La rete ciclabile cittadina non solo non si allarga ma, con l’arrivo del filobus, è destinata a conoscere una sostanziale contrazione a causa degli errori di pianificazione.

Tutto questo fa male alla città. Verona ha bisogno di scelte chiare che la mettano in grado di rilanciarsi e assumere il ruolo di guida di questa area vasta e di migliorare la qualità della vita per i suoi cittadini. Sul trasporto pubblico, che incide anche sulla qualità dell’aria, Verona deve pretendere di più dalla Regione Veneto la quale, salvo rare eccezioni, si limita a ripartire le risorse del Fondo nazionale dei trasporti senza aggiungere di tasca propria il becco di un quattrino.

Il gruppo consiliare comunale Pd
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani


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