Nella Verona raccontata dal Sindaco uscente Federico Sboarina ci doveva essere, in tempi brevi, la riconversione a verde del 100% dell’area dell’ex scalo merci di Porta Nuova, invece la pratica è ancora in alto mare e il verde previsto è solo su poco più della metà dell’area. Ci doveva essere una Variante Verde, la numero 29, che avrebbe dovuto istituire le barriere verdi a protezione della città e dei quartieri confinanti con le autostrade. Invece la Variante 29 consegna alla città ulteriore cemento e ulteriori aree impermeabilizzate. Ci doveva essere il rilancio del filobus e l’attuazione del Pums che invece sono fermi. Stendiamo poi un velo pietoso sul minuscolo piano di piantumazioni programmato nell’ambito della legge statale “Un albero ogni nuovo nato”…
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Lo scarto tra promesse e realtà viene pagato dai cittadini che in questi giorni di smog fuori controllo (allerta Arancione) sarebbero costretti a lasciare l’auto in garage fino all’euro 5 diesel, vale a dire auto immatricolate nel 2011-2013 con circa 10 anni di vita. Una misura classista che penalizza chi non ha i soldi per cambiare una macchina a metà vita. Il condizionale è d’obbligo, visto che nella realtà le deroghe sono tante e tali da rendere praticamente inefficaci anche questi blocchi del traffico. Avremo dunque i disagi, l’incombenza delle multe (per chi non può permettersi di pagarle), ma nessuna seria ed efficace azione di risanamento dell’aria.
Una cosa può fare l’amministrazione da subito per tentare di rimediare a questo fallimento: istituire nuove corsie preferenziali per i bus, secondo il piano approvato per il filobus (in pratica anticipare il provvedimento) e istituire nuove corsie e piste ciclabili di collegamento tra il centro e la periferie, che i quartieri aspettano da anni. Ma Sboarina avrà la volontà politica di farlo?
Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani