Con la benedizione data al cambio di progetto per le ex Cartiere, da insediamento a prevalenza commerciale ad insediamento a prevalenza residenziale, Il Sindaco Sboarina e l’assessore Segala sembrano dare per acquisito il recupero dell’area, ma non è così.
Aver tolto il centro commerciale è un bene, ma un nuovo quartiere di mille persone non può essere calato dall’alto senza che alla proprietà dell’area vengano date precise indicazioni e senza che vengano richieste adeguate compensazioni.
I risultati della mancanza di una politica abitativa negli ultimi decenni si evidenziano nel relativo spopolamento conosciuto dal capoluogo a vantaggio dei comuni della cintura, scelti da molti giovani per mettere su famiglia. Le stesse famiglie che poi mantengono lavoro, conoscenze e contatti nel capoluogo, ingenerando involontariamente una imponente mole di traffico quotidiano.
E’ il paradosso di una città che ogni anno registra migliaia di sfratti a fronte di decine di migliaia di alloggi sfitti o vuoti. E chi deve occuparsi di questo divario e di queste disuguaglianze se non il Comune?
Affrontare tali problematiche richiede al Comune un ruolo propositivo in operazioni immobiliari così imponenti, al fine di massimizzare la qualità della vita dei cittadini e non solo il profitto dei proponenti. La sfida è accogliere le famiglie che da anni scelgono comuni limitrofi per rapporto tra spazio, prezzi e servizi; ricongiungere i quartieri a sud con il centro; sanare il deficit di verde pubblico della zona e, non da ultimo, rendere sostenibile l’intervento stesso, che si colloca tra due zone nere del traffico cittadino: Viale Piave ad Ovest e Basso Acquar ad Est.
Per il gruppo consiliare comunale Pd
Elisa La Paglia, Federico Benini, Stefano Vallani