Il settembre scorso il taglio di 13 cipressi a Castel San Pietro aveva fatto sobbalzare la città che come al solito era venuta a conoscenza del fatto a posteriori. Secondo l’amministrazione si trattava di piante in condizioni disperate eradicate o irrecuperabilmente piegate dal violento temporale del 22 agosto scorso.
Oggi, a distanza di quasi 4 mesi dalle operazioni di rimozione, l’amministrazione mette a disposizione anche la relativa documentazione tecnica che tuttavia risulta gravemente carente.
Mancano, per cominciare, le prescrizioni degli abbattimenti effettuati. Ciò è grave perché tagliare una pianta non è come spostare una fioriera. Le piante sono patrimonio dei cittadini e le scelte che vengono fatte vanno sempre giustificate.
In secondo luogo non si tiene conto che oltre ai 13 abbattimenti ci sono state anche numerose capitozzature radicali di cui, sebbene richiesta, non è stata fornita alcuna documentazione.
Sappiamo ormai molto bene che le potature radicali, che nel caso specifico hanno dimezzato molti altri cipressi, indeboliscono la pianta fino al punto di comprometterne la salute. Chi ha disposto queste capitozzature e come sono state eseguite? Anche qui è buio pesto.
Malgrado dica di essere impegnata nell’approvazione del regolamento del Verde, l’amministrazione sembra dunque continuare a ragionare nella vecchia maniera…
Federico Benini, consigliere comunale capogruppo Pd Verona