Per salvare il centro storico, messo in sofferenza sia dalle nuove grandi aree commerciali di Verona Sud sia dall’assenza di politiche degli ultimi 15 anni, non è sufficiente aprire una finestra della Ztl, occorre spalancare la porta ad un modello nuovo di città che è in embrione da ormai 40 anni con le pedonalizzazioni, i 15 parcheggi interrati realizzati nelle immediate vicinanze del centro, la stessa ztl, il progetto di trasporto rapido di massa, la dotazione di piste e percorsi ciclabili… tutti elementi che vanno messi a sistema per ovviare alla cronica carenza di stalli auto che affligge non solo il nostro centro storico, ma tutti i centri storici d’Italia e d’Europa.
Occorre dunque una politica ed una visione che si occupi anche della gestione del turismo di massa, che a Verona continua ad accalcarsi nelle solite tre vie per mancanza di una comunicazione efficace e dell’assenza di una offerta sufficientemente articolata. Tutti elementi, anche questi, che vanno costruiti con gli operatori del settore, a partire dalle guide professioniste come accade nei grandi parchi archeologici, e con la tecnologia.
Per ora tutte le proposte fatte sono cadute nel vuoto per mancanza di interesse anche solo ad affrontare il tema.
Infine, ma non da ultimo, Verona non può essere soltanto un museo a cielo aperto. Lo sviluppo turistico-commerciale deve essere accompagnato da adeguati servizi ai residenti per evitare lo spopolamento del centro stesso. In questo senso sono chiare le richieste della Prima Circoscrizione sul Piano Folin, che l’amministrazione tuttavia continua ad ignorare.

Per il gruppo consiliare comunale Pd
Federico Benini, Elisa la Paglia, Stefano Vallani

Categorie: Centro storico

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