Nel decreto mille proroghe è stato inserito un emendamento che blocca i finanziamenti per tutti i progetti vincitori del bando periferie. Si tratta di oltre 2 miliardi di risorse per la riqualificazione e la rigenerazione di aree bisognose di tantissimi comuni. Verona in particolare perde 18 milioni di euro, tutti destinati alla riqualificazione di Veronetta.
In particolare erano due le aree del quartiere oggetto di una importante riqualificazione:
• Il restauro e il riuso di palazzo Bocca Trezza, storico edificio cinquecentesco in degrado, realizzando al suo interno una sala convegni, spazi per il Terzo Settore da destinare a uno spazio famiglie, una ludodeca, un centro diurno per bimbi tra i 10 e i 15 anni, nonché spazi per ultra-sessantacinquenni (counselling, orientamento, alfabetizzazione informatica).

• Il complessivo recupero della struttura ottocentesca del Silos di Levante, per un costo di 3.875.000 euro. Gli interventi dovevano riguardare un edificio di circa 17 mila metri cubi, a pianta rettangolare. Erano previsti il restauro, il risanamento e la conservazione degli apparati architettonici esterni austroungarici e una riconversione dei volumi interni che, una volta terminati i lavori, sarebbero stati destinati ad accogliere spazi espositivi, punti di ristoro e sale lettura e studio per gli studenti.

Si tratta di atti già firmati dal presidente del Consiglio e dagli enti interessati che verranno spazzati via. L’Anci è pronta a diffidare il governo, mentre l’invisibile sindaco ancora non ha detto nulla, mentre già decine di primi cittadini e presidenti di regione d’Italia si stanno già muovendo per chiedere al governo di fare marcia indietro.
Per questo verrà presentato un ordine del giorno in cui si chiede all’amministrazione comunale di invitare il governo a fare marcia indietro sull’emendamento inserito nel milleproroghe al fine di salvare Veronetta e la nostra città.

Tuttavia in data 26 luglio è stata convocata la conferenza stato regioni per discutere del riparto del fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del paese. Anche in questo caso la corte costituzionale con sentenza n.74/2018 si è pronunciata sull’incostituzionalità nei confronti dell’articolo 1 comma 104 della legge 11 dicembre 2016 n.232 11 istitutivo di un apposito fondo da ripartire per assicurare il finanziamento alle infrastrutture del paese.
La motivazione adotta dalla Corte, ovvero il mancato coinvolgimento regionale nella predisposizione dei decreti di riparto, guarda caso è la medesima che è stata utilizzata per rilevare l’incostituzionalità del bando delle periferie. Ma al contrario, in quel caso il governo per rimediare ha immediatamente convocato la conferenza stato regioni per sciogliere i finanziamenti delle opere citate nell’allegato.
Da questo nasce l’interrogativo: per quale motivo il governo ora non convoca la conferenza stato regioni per sbloccate il bando periferie? Il Governo mente sapendo di mentire. L’unica cosa positiva è la presenza del sindaco Sboarina, il 14 agosto, al tavolo con tutti i sindaci dei capoluoghi veneti per valutare azioni contro la decisione del governo. Spero per lui che i suoi colleghi leghisti non la prendano troppo male

Categorie: Centro storico

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