Comandare a sei mesi dall’inizio della campagna elettorale un avviso pubblico per l’acquisizione di un progetto di massima per una nuova versione del traforo delle Torricelle significa prendere in giro i cittadini con l’illusione di risolvere con un tocco di bacchetta magica l’imbuto viabilistico di San Giorgio senza prima studiare a fondo la situazione e le possibili alternative. Nel Pums (che tra l’altro deve essere ancora approvato) il traforo ci è infatti finito su espressa richiesta dell’amministrazione Sboarina ma non è mai stata una risorsa strategica per nessuno dei progettisti che negli ultimi 20 anni è passato da Verona.
Si tratta dunque di una nuova arma di distrazione di massa per coprire il vuoto di risultati di questa amministrazione che sulla mobilità sostenibile non ha prodotto nulla di originale a parte le corsie ciclabili durante l’emergenza Covid, chieste a gran voce dai mobility manager scolastici. L’amministrazione Sboarina si è piuttosto distinta per bloccare le opere già avviate o finanziate da altri enti o dalle precedenti amministrazioni, si veda ad esempio il collegamento ciclabile tra Boscomantico e la Stazione Ferroviaria, inceppato in più punti; oppure la ciclabile Saval – San Zeno ancora in attesa, a distanza di 6 mesi, di una soluzione per via Emo. Si pensi al filobus, ancora in alto mare; all’arsenale con cantieri vuoti e alle opere compensative dell’alta velocità ferroviaria di cui ancora non c’è alcuna certezza.
Per il gruppo consiliare comunale Pd
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani
Arredo urbano
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