Per quanto riguarda il nuovo direttore dell’Estate Teatrale attendiamo di leggere i progetti artistici dei candidati che abbiamo richiesto, solo ora accessibili, prima di esprimerci sulla scelta della commissione giudicatrice. La tendenza a rivolgersi all’esterno viene comunque confermata anche dalla scelta di ritornare ad affidare le grandi mostre a Marco Goldin.
Alla sua “Linea d’Ombra Srl” è infatti assegnato il piano nobile della gran Guardia dal 31 ottobre 2019 al 1° aprile 2020 con un evento continuativo dal titolo “Il tempo di Giacometti da Chagall a Kandisky. Capolavori della Fondazione Meaght”.
Ci domandiamo se questo delegare a figure esterne al mondo della cultura cittadina sia soltanto una modalità per superare le contraddizioni irrisolvibili della maggioranza o se ci sia invece un disegno di gestione dei grandi eventi di cui possa beneficare in senso artistico e turistico l’intera città.
Goldin è noto per l’affluenza alle sue mostre, ma l’indotto rischia di fermarsi alla porte della Bra. Peraltro, le mostre organizzate dal comune con l’apporto di figure professionali di prim’ordine hanno sempre dato grandi frutti (Mantegna e Veronese due esempi). Discutibile e contraddittoria anche la scelta di tornare a tenere le grandi mostre d’arte in Gran Guardia la cui vocazione sarebbe invece quel turismo congressuale che tutti (tranne il Comune di Verona) vedono come una miniera d’oro. Allo stesso modo attendiamo di capire se la proposta del nuovo direttore dell’Estate teatrale Carlo Mangolini saprà coniugare la valorizzazione del teatro veronese con l’apertura internazionale che manca a Verona o se sarà una semplice gestione dell’esistente, o quel che ne è rimasto.
Per il gruppo consiliare comunale Pd
Elisa La Paglia, Stefano Vallani, Federico Benini