Non si fa nemmeno in tempo a leggere le motivazioni del Consiglio di Stato che già si sente parlare di un nuovo traforo. Con invidiabile tempismo Sboarina ne parlava già sei mesi fa, ma nel frattempo il “vecchio traforo” rimaneva nel piano triennale delle opere….
Si sa, gli annunci non costano niente, tuttavia invitiamo a riflettere bene su un dato di fatto: un progetto valido di traforo non è mai stato visto. Il primo progetto risultava troppo costoso, il secondo, quello a due tempi, troppo sbilanciato a sfavore del Comune. La terza versione non è mai stata prodotta, di qui la decisione degli uffici di revocare la concessione.
Come Pd abbiamo sempre detto che prima di pensare a nuove strade occorre ragionare su dati e flussi di traffico certi. Il Piano della Mobilità Sostenibile (se fatto bene) potrà dirci molto su come migliorare i nostri quartieri. Ad esempio: sull’asse del Teatro Romano insistono 13 scuole con traffico annesso, non sarebbe il caso di parlare anche di poli scolastici? O ancora: di quanto alleggerirebbe l’asse Parona-Porta Vescovo la riattivazione delle vecchie stazioni ferroviarie? La città merita soluzioni meditate ed efficaci, non soluzioni ad effetto ed improvvisate.


Se continuiamo a ragionare su un modello di mobilità autocentrico non ne usciremo mai: possiamo spostare le macchine, metterci in colonna in luoghi diversi ma sprecheremo sempre il nostro tempo per strada e a cercare parcheggio. La Verona del futuro, quella che migliora la qualità della nostra vita, merita soluzioni meno improvvisate.
Pertanto invitiamo l’amministrazione a sgombrare il tavolo da ogni pregiudizio e confrontarsi apertamente sui problemi della mobilità cittadina, cominciando col togliere la previsione di traforo (con i relativi importi) dal piano triennale delle opere.

Per il gruppo consiliare comunale Pd
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani

Per la segreteria cittadina Pd
Luigi Ugoli


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