Parafrasando un celebre tormentone dell’estate, vorremmo chiedere all’assessore Zanotto e al Sindaco Sboarina di dirci “dove e quando” intendono applicare le misure a favore della mobilità sostenibile. Snocciolare per l’ennesima volta gli obiettivi del Pums, noti da almeno due anni, ad esempio sul traforino delle Torricelle e sul raddoppio delle biciclette, non cambia, purtroppo, la situazione attuale, che vede l’auto in pole position tra le opzioni di spostamento dei veronesi.

Infatti, se per un attimo andiamo oltre le solite chiacchiere e i soliti annunci, i dati di fatto sono i seguenti: primo, la maggioranza non ha mai convocato la commissione consiliare che avevamo richiesto per discutere concretamente sul Pums. Forse l’assessore competente è troppo occupato a curare la sua candidatura in Regione dove spera di trasferirsi da settembre scappando così dai disagi che certamente si verificheranno al momento della riapertura delle scuole?

Secondo: in attesa di un potenziamento reale del trasporto pubblico locale, ci accontenteremmo di avere chiarimenti certi sul futuro del filobus il cui progetto è nel caos più totale.

Terzo: se il buongiorno si vede dal mattino, ad oggi gli investimenti sulla mobilità sostenibile da parte dell’amministrazione sono pari a zero: tutti i maggiori progetti in corso, che si contano sulle dita di una mano (collegamento Boscomantico-Stazione, collegamento Saval-San Zeno, collegamento Porta Palio-Castelvecchio) sono finanziati o cofinanziati dalla Regione o dallo Stato da anni e anni. Il messaggio che passa è chiarissimo: i soldi del Comune vengono riservati per tutt’altre faccende.

In materia di mobilità non c’è nulla da inventare. L’amministrazione deve solo trovare la volontà politica di affrontare i nodi che storicamente strozzano la viabilità cittadina, a partire dalla carenza di parcheggi scambiatori a supporto dei maggiori attrattori di traffico dalle città (ospedali, fiera, università…), passando dalla riorganizzazione del servizi di trasporto pubblico in grado di assicurare agli utenti tempi di percorrenza certi, il che implica anche la creazione di nodi di interscambio efficienti per il trasbordo dall’auto al bus o dalla bici al bus e viceversa. Bene il bike sharing, ma la rete ciclabile cittadina va completata “senza se e senza ma”, assicurando dunque un flusso di risorse costante e certo per creare nuovi percorsi e risolvere le criticità viabilistiche. I quartieri devono essere messi al sicuro con misure di moderazione del traffico che prevengano i danni e i disagi da traffico di attraversamento. Non da ultimo va risolto il problema della distribuzione delle merci in centro storico e nei grandi attrattori di traffico, curando non solo l’ultimo miglio ma anche privilegiando il trasporto su rotaia al posto della gomma.

Per la segreteria cittadina Pd Verona
Luigi Ugoli

Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani


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