Il parco allo Scalo merci deve diventare la nuova porta d’ingresso della città e per la città. L’obiettivo è quello di creare un grande parco capace di cambiare volto a tutta Verona e a Verona Sud in particolare. 

Per questo ci impegniamo ad intraprendere e a portare avanti un percorso trasparente e condiviso con le Circoscrizioni e i cittadini per raggiungere quello che per decenni è sembrato solo un miraggio e oggi, per colpa di un’amministrazione senza idee e visione, rischia di diventare una grande occasione sprecata.

Il futuro “Central park” andrà innanzitutto inserito in un piano del verde cittadino e, più in generale, in un piano di sviluppo dell’intera città; dovrà diventare il collante tra le zone a nord della ferrovia e le zone a sud, storicamente divise proprio dai binari del treno. Dovrà diventare un grande polo attrattivo per cittadini e visitatori, in grado di rilanciare un’intera parte di città e di unire i quartieri veronesi tra loro. Questa funzione di collante, tuttavia, non può essere intesa tramite improbabili e costose nuove strade con sottopasso, ma attraverso un’ampia accessibilità al parco e lo sviluppo di collegamenti ciclopedonali e sostenibili, il potenziamento di mezzi di trasporto pubblico innovativi e a misura di cittadino.

Seguiamo quindi con attenzione l’evolversi delle fasi progettuali che negli ultimi mesi hanno portato questa amministrazione a definire un accordo con le Ferrovie e alla presentazione di un masterplan da parte del Comune e dell’Università di Padova. Condividiamo l’assoluta necessità di una regia unitaria e partecipata con i cittadini nella realizzazione del Central Park per evitare soluzioni parcellizzate incompatibili con il disegno complessivo del masterplan.

A tal proposito, nella consapevolezza che le decisioni che verranno prese in questi mesi condizioneranno il futuro di quest’area e respingendo le proposte avanzate dalla giunta attuale con le quali il sindaco Sboarina smentisce clamorosamente le proprie promesse elettorali, proponiamo il netto ridimensionamento delle metrature indirizzate a commerciale e parcheggi: non abbiamo bisogno di un nuovo Adigeo né di attrarre centinaia di auto; abbiamo bisogno di più piste ciclabili e di più verde.

Il parco, inoltre, non può essere solo un grande prato. Serve un progetto coraggioso e ambizioso in cui la diversità di zone alberate, giardini e specchi d’acqua riescano a creare quel microclima capace di incidere positivamente anche sui quartieri limitrofi e sulla biodiversità. Serve, soprattutto, un sistema parco interattivo, capace di vivere 24 ore su 24, di garantire sicurezza e servizi culturali, sociali, educativi ed aggregativi. Un grande spazio che possa essere vissuto come casa comune per tutti i veronesi ed i visitatori.

Non va dimenticato, infine, l’aspetto sociale. Se il recupero dovesse prevedere, come adesso prevede, la costruzione di nuovi nuclei abitativi, riteniamo indispensabile che parte di questa cubatura venga destinata ad edilizia residenziale sociale e convenzionata, tenendo conto delle diverse esigenze abitative. Tutti gli edifici dovranno essere edificati con uso di pannelli fotovoltaici e tutti gli accorgimenti tecnici e tecnologici avanzati per renderli ecologicamente compatibili.

I prossimi mesi saranno determinanti per il futuro dello Scalo merci e della città. Il Comune deve riprendere in mano la progettazione di quest’area per fare l’interesse pubblico e non lasciarla ad uso e consumo dei privati. Per farlo servono realismo, coraggio e visione. Noi, insieme, ci siamo.


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