Casa colonica del Saval: presentata richiesta di convocazione ad hoc

Acquisita per esproprio nell’ormai lontano dicembre 1978 nell’ambito della programmazione urbanistica “Piano di Zona n. 2 – Forte Procolo” dichiarato di pubblica utilità dal Ministero dei Lavori Pubblici fin dal novembre 1965, la casa colonica del Saval, comprensiva di corte rurale, di fatto, non è mai entrata nella disponibilità del Comune che pure al tempo l’aveva pagata 140 milioni di lire, equivalenti, grosso modo, a mezzo milione di euro attuali.
Come tutte le faccende trascurate, la situazione si è arenata in una sorta di limbo giuridico tanto che le chiavi della casa, dopo quarant’anni, sono ancora nelle mani degli ex mezzadri del fondo Bottagisio i quali, al momento della stipula dell’atto notarile, avevano ricevuto la disponibilità del fabbricato ad uso abitativo a certe condizioni.
Ciò che più conta è lo stato di fatto attuale del compendio: acquisita dal Comune con l’intento di  destinarla a “finalità sociali” oggi la casa colonica oggi è un ridere inabitabile e inabitato, all’interno del quale soggiornano però abitualmente sbandati e tossici. Ho personalmente documentato la presenza di brandine probabilmente utilizzate dai drogati per “farsi” meglio.
Ho chiesto la convocazione di una commissione ad hoc finalizzata non solo a ripristinare le condizioni di decoro e sicurezza all’interno di una sua proprietà, ma anche a sbloccare la situazione dal punto di vista giuridico al fine di prendere effettivamente possesso dell’immobile attuando le finalità sociali previste in origine. Occorre fornire agli uffici comunali preposti tutti gli input per sbloccare la situazione ed avviare una progettazione. Come più volte illustrato in passato dal Pd della Terza Circoscrizione, con relativamente  poca spesa il quartiere può ottenere un asilo nido,  un centro anziani, un centro di aggregazione giovanile e un altro pezzetto di verde fruibile.
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