Sboarina arriva a fine mandato senza aver trovato una soluzione per Amia, la quale facendo ritorno “in house”, cioè sotto il controllo diretto del Comune di Verona, non potrà più svolgere tanti dei servizi che adesso offre sul “mercato” dei rifiuti a partire dalla gestione della raccolta dei solidi urbani negli altri Comuni della provincia.

La proposta di delibera numero 108 che la giunta Sboarina ha licenziato lunedì scorso e che si appresta a portare all’esame delle Commissioni consiliari e al voto del Consiglio comunale per la settimana prossima, contiene infatti soltanto l’atto di revoca del project financing promosso sei anni fa (2015) dall’amministrazione Tosi 2, unitamente all’indicazione di riportare la gestione dell’azienda “in house”, ma i passi da compiere e i processi da attivare concretamente vengono tutti rimandati a successive decisioni da parte del Consiglio di bacino, che poi è lo stesso Consiglio comunale, e da parte del gruppo Agsm-Aim che attualmente detiene la proprietà e il controllo di Amia.

Resta quindi avvolto nell’incertezza il futuro dei lavoratori Amia, il cui nervosismo, comprensibilissimo, è stato manifestato nei mesi scorsi da alcuni scioperi. Inoltre, i passi futuri sono destinati ad impattare sia sulle casse comunali (nell’ipotesi in cui il Comune debba corrispondere i 20-30 milioni di euro necessari per scorporare Amia da Agsm-Aim) sia negli equilibri interni del gruppo Agsm-Aim, che al tempo della fusione (inizio 2021) erano stati bilanciati con Amia parte integrante nel calcolo dei valori concambio tra il Comune di Verona e quello di Vicenza. Non da ultimo restano intatte le deficienze dell’azienda sul piano impiantistico, altro aspetto che nemmeno la fusione con Aim ha contribuito a supplire.

Chiediamo chiarezza e certezze per cittadini e lavoratori: questa delibera è un passo necessario ma assolutamente insufficiente per ridisegnare il ruolo di Amia.

Federico Benini, consigliere comunale Pd capogruppo

Categorie: Sviluppo economico

Lascia un commento