Prendiamo atto del triplo salto mortale carpiato che nel giro di un anno ha condotto i Sindaci di Verona e di Vicenza Sboarina e Rucco a passare da una trattativa segreta ed esclusiva con il gigante A2A perché, si diceva, Agsm e Aim non sarebbero bastate a loro stesse, fino ad abbracciare, oggi, la linea del nuovo amministratore delegato Quaglino che rinvia a data da destinarsi il tema delle alleanze, sicuramente a dopo la scadenza del mandato amministrativo di Sboarina, e comunque confinando le scelte future ad una prospettiva di alleanza paritetica con soggetti di pari stazza.Avendo la nuova società una propria autonomia è giusto che faccia le proprie scelte ma altrettanto giusto è che Sboarina che ha fatto spendere più di un milione di euro delle bollette dei veronesi per consulenza che non hanno portato da nessuna parte renda conto alla città del fallimento e dei danni della sua azione.
Non è corretto che tutto passi in cavalleria: si è passati dallo spergiurare la fondamentale importanza della ricerca di un partner industriale a “prima la fusione con Aim e poi il partner” fino all’attuale linea di sostanziale autosufficienza più o meno temporanea.I casi sono due: o le consulenze erano inattendibili oppure l’amministrazione ci ha presi in giro.Per quanto ci riguarda restiamo del parere che la fusione abbia creato un altro nano tra le multiutility e che la posizione di Verona e Vicenza vada pertanto rafforzata con procedure trasparenti. Con i soldi delle consulenze si sarebbe potuto aiutare le categorie colpite dalla crisi esentando almeno in parte dal pagamento delle bollette. Nell’anno della pandemia Agsm non ha tirato fuori un centesimo per i veronesi.
I consiglieri comunali PdFederico Benini, Stefano Vallani, Elisa La Paglia