Una delle questioni non ancora discussione né considerate della proposta di fusione tra Agsm Verona e Aim Vicenza riguarda la funzione di controllo che le minoranze possono esercitare all’interno del consiglio di amministrazione della nuova società capogruppo che consterà di sei componenti, tre di nomina veronese e tre di nomina vicentina.
Il nostro Statuto comunale, all’articolo 63, attualmente prevede che nelle aziende di gestione di servizi pubblici le minoranze siano rappresentate ‘‘qualora i componenti di nomina comunale risultino previsti in numero superiore a tre’’. ma Muven rappresenta un caso a parte essendo un cda composto da 6 componenti.
Con un ordine del giorno collegato alla delibera sulla fusione Agsm Aim, che abbiamo condiviso con il Pd di Vicenza e che condividiamo con tutte le altre minoranze veronesi, chiediamo dunque che venga normata la nuova fattispecie del 3+3 sia nello Statuto Comunale che negli ‘‘Indirizzi generali per la disciplina delle designazioni, nomine e revoche dei rappresentanti del comune in enti, aziende ed istituzioni’’, e che lo si faccia nel senso di assicurare la trasparenza della vita degli organi amministrativi attraverso una adeguata rappresentanza delle minoranze.
In questi anni abbiamo assistito visto più e più volte alla nascita di sprechi e opacità laddove la maggioranza esercita il suo potere senza alcun tipo di controllo che non sia quello formale-contabile dei revisori dei conti. Un caso su tutti Serit, azienda di terzo livello oggetto di tanti casi controversi.
In attesa di una riforma organica del sistema delle nomine, tale da premiare la competenze e la professionalità in luogo della fedeltà politica, che come Pd abbiamo proposto ma che la maggioranza di Sboarina ha sempre respinto, questa è l’unico modo per evitare che anche nella nuova Muven si ripresenti la ‘‘dittatura della maggioranza’’ che abbiamo sotto agli occhi oggi in tante aziende comunali veronesi.
Per il gruppo consiliare comunale Pd
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani