Per evitare che i nostri quartieri diventino (o restino) dei quartieri dormitorio è necessario riportare i servizi, pubblici o privati, che nel corso degli anni sono scomparsi. Molte banche hanno chiuso le proprie lasciando alcuni quartieri privi di sportelli fisici come al Saval e Ponte Catena. Sempre a Ponte Catena, lo storico edicolante ha chiuso e il quartiere è rimasto privo di una rivendita di giornali, mentre l’ultimo bando comunale per l’assegnazione della licenze risale a novembre 2020. In Valdonega c’è il problema dell’assenza di un ufficio postale. In Borgo Nuovo c’è carenza di punti vendita alimentari (l’opposto di quanto accade in quasi tutti gli altri quartieri cittadini dove invece si lamenta l’eccesso di supermercati). Un po’ ovunque registriamo carenza di medici di base e di servizi infermieristici, senza contare che la riforma della sanità territoriale prevista dal Pnrr porterà a ripensare radicalmente i servizi sul territorio.

Di tutte queste esigenza deve farsi carico, per quanto di sua competenza, anche il Comune, avendo ben chiare le carenze. Come Pd proponiamo dunque una mappatura dei bisogni, riguardanti sia i servizi pubblici che privati, sulla base dei quali il Comune dovrebbe svolgere un’azione di sensibilizzazione rendendo appetibili le aree sguarnite. Una zona scoperta da un servizio è un’area priva di concorrenza per il privato e un buco da coprire per i servizi pubblici.

Luigi Ugoli, segretario cittadino Pd Verona

Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani, consiglieri comunali Pd Verona

Categorie: Sviluppo economico

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