Per quanto sia stata definita “bislacca” e “populista”, la nostra provocazione sullo spostamento del capoluogo di Regione ha raggiunto l’obiettivo di aprire una discussione sul ruolo di Verona nel Veneto e di mettere a nudo decenni di carenze nella politica regionale veneta che richiedono soluzioni più serie ed organiche delle ultime comparsate di Zaia in riva all’Adige.
E’ un fatto, riconosciuto dagli stessi Giorgetti e De Berti, che la famosa Pa-Tre-Ve abbia concentrato per decenni la politica regionale sulle province del Veneto orientale.
Ed è un fatto che, nel frattempo, Verona si sia avviata a diventare la vera porta d’ingresso del Nord Italia per l’Europa, essendo l’unica città che incrocerà entrambi i corridoi europei. Siamo già crocevia del Nord Europa e, questi sì, capitale ideale dell’area del Garda su cui convergono diverse città di diverse regioni, aeroporto e vie primarie di comunicazione.
Sbagliano dunque quei politici regionali che continuano a pensarci come la periferia dell’impero, più affine alla Lombardia che al Veneto. Al contrario, siamo l’affaccio del Veneto sull’Europa, e questo va riconosciuto con adeguate risorse. Detto questo siamo più che disponibili a lavorare sull’ipotesi di città metropolitana, purché il progetto dell’amministrazione Sboarina sia serio e ambizioso al punto giusto, e non si riduca, come incredibilmente detto dal Sindaco, ad ottenere “qualche vigile in più”.
Per il gruppo consiliare comunale Pd
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani