Della autodifesa dell’assessore Briani a proposito della fallimentare partecipazione del Comune al concorso nazionale Capitale della Cultura una cosa è sottoscrivibile: Verona è tutta concentrata ad ammirare il proprio ombelico, non riesce ad andare oltre il suo centro storico. Briani omette però di dire che superare questo limite, coinvolgere anche i quartieri e promuovere l’intero territorio era una delle promesse fatte dal Sindaco Sboarina. Il suo programma di mandato parla infatti di superare “barriere e i provincialismi, esportando in modo univoco e coordinato il ‘brand’ Verona”. E infatti magra figura il Comune ha fatto anche al concorso nazionale Italia City Branding 2020.

Ora, invece di fare come quei bambini capricciosi che quando perdono contestano le regole del gioco o dicono che il gioco non è adatto a loro, l’amministrazione dovrebbe impegnarsi a ripartire correggendo i propri errori. Andare oltre il centro storico non significa spostare a Santo Stefano qualche bancarella di Natale (quando ce ne sarà di nuovo la possibilità) ma coltivare una politica di città metropolitana con progettualità di ampio respiro; rivitalizzare i quartieri trascurati da decenni e ampliare la proposta turistico culturale.

Ma proprio sul turismo c’è da registrare un nuovo arretramento: la delega è stata tolta alla Briani durante l’ultimo rimpasto e consegnata nelle mani della Toffali e quindi della Lega, che l’hanno subito passata alla Camera di Commercio, già sconfessata in passato dagli stessi operatori ed esercenti. Quella della Briani dunque è anche una sconfitta sul fronte interno.

Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani

Categorie: Cultura e turismo

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