Come illustrano le ultime comparazioni tra le grandi città turistiche italiane, Verona è già tra le città che tartassano di più i turisti. E la situazione è destinata a peggiorare nel 2019 con il nuovo inasprimento della tassa di soggiorno. Visto che tali aumenti non sono stati accompagnati da un sensibile miglioramento dei servizi ai turisti, che restano a livelli minimi, è doveroso chiedersi quanto ancora questa amministrazione voglia tirare la corda.

Il turismo è un aspetto importante della nostra economia cittadina e una fonte di reddito per tantissimi veronesi. Dal raddoppio dei ticket dei bus turistici fino alla triplicazione della tariffa minima della tassa di soggiorno, non c’è aspetto del turismo cittadino che questa amministrazione non abbia inasprito. Ancora più grave è che persista l’assenza di qualsivoglia strategia di sviluppo. Nel programma del Sindaco c’era l’impegno di creare un’agenzia del turismo, rimasto lettera morta. Personalmente siamo contrari a questa ipotesi, ma dal tentare di governare il fenomeno al non fare niente, la differenza è abissale. E’ palese la volontà, pura e semplice, di mungere la mucca del turismo, ma la corda si può spezzare e i turisti potrebbero scegliere altre mete.

Dopo anni di nostre proteste, l’amministrazione, in collaborazione con Amt, si è finalmente impegnata a ripristinare l’infopoint turistico in stazione Porta Nuova. Bene, ma non è sufficiente: chiediamo che della tassa di soggiorno sia rispettato lo spirito di tassa di scopo e che gli introiti vengano pertanto destinati a riqualificare il sistema dell’accoglienza e della gestione del turismo nel suo complesso. Questo significa introdurre innovazioni tecnologiche oggigiorno usate da tutte le grandi città, che aiutano i turisti non solo ad orientarsi (andando oltre il solito circuito Arena- via Mazzini – Casa di Giulietta) ma che consentono di migliorare la fruizione del nostro immenso patrimonio, ad esempio con la tecnologia delle ricostruzione computerizzata in 3D. Le resse in via Mazzini o davanti alla casa di Giulietta e le code chilometriche fuori dall’Arena non sono un vanto bensì un disservizio rappresentativo di una città che non sa gestire i flussi turistici. Tutto ciò fa sprecare tempo prezioso a chi decide di attendere in coda ed entrare, tempo che non potrà impiegare nelle attività commerciali o in altri servizi culturali, e fa rinunciare troppi dall’entrare con danno culturale e economico.

Per il gruppo consiliare comunale Pd
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani

Categorie: Cultura e turismo

Lascia un commento