La nostra astensione sul bilancio di esercizio Agec 2018 – approvato ieri sera a maggioranza dal Consiglio comunale di Verona – è stata motivata da una considerazione di fondo che esula sia dal risultato economico immediato (che pure non è negativo) sia dalle schermaglie politiche di bottega (in particolare la guerra tra i fratelli-coltelli Croce e Niccolai).
Cerchiamo di porre una questione di prospettiva: la diversificazione perseguita in questi anni, ad esempio con l’acquisizione delle farmacie comunale, la presa in carico delle mense scolastiche, lo sviluppo dei servizi cimiteriali e il progetto di grande holding comunale, non solo non paga, ma distoglie risorse dalla mission originaria dell’azienda. L’edilizia residenziale pubblica è infatti retrocessa a terzo asset aziendale, superato per reddittività e investimenti sia dalle farmacie che dalle mense.


E non si tratta di settori particolarmente produttivi: per le farmacie basti pensare che, anche senza contare il mutuo, ciascuna di esse rende appena 65 mila euro l’anno.
Siamo quindi di fronte ad una mutazione genetica di Agec, che abbandona gradualmente il settore strategico dell’edilizia popolare e di conseguenza si allontana anche dai bisogni degli inquilini delle case pubbliche e dalle famiglie in difficoltà abitativa.
Di fronte all’incapacità dell’amministrazione attuale di reagire a questa situazione e di dare all’azienda un indirizzo che contenga anche una risposta ai problemi dei veronesi continueremo ad essere vicini a quanti continuano a battersi per avere un alloggio e per mantenerlo in condizioni dignitose.

Federico Benini, capogruppo Pd Verona

Categorie: Bilancio

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