Giunti a questo punto, le mozioni della maggioranza non servono più a niente, sono solo fumo negli occhi per lavoratori e sindacati che fanno una richiesta precisa: che Amia vada in house, scelta per cui il consiglio comunale, su proposta della stessa maggioranza, aveva del resto votato già diversi mesi fa.
E per rispondere a questa richiesta c’è una sola cosa da fare: una manovra da una trentina di milioni di euro necessaria per scorporare l’azienda dal gruppo Agsm. Maschio e Bianchini la smettano di traccheggiare e rispondano a questa semplice domanda: sono in grado di ottenere questa manovra? E sono d’accordo di farla a 15 giorni dalla fusione del gruppo Agsm con Aim che, sempre per loro scelta, comprende Amia nel perimetro dell’operazione societaria? Veramente l’assessore Bianchini e il presidente Ciro Maschio pensano di risolvere questo pasticcio creato da loro e dalla loro maggioranza, o cercano soltanto l’ennesima dilazione?
Alla già caotica situazione delle nomine, grazie alla quale Agsm si avvia alla fusione con Aim priva di un presidente nominato, rischia di aggiungersi anche lo stato di agitazione preannunciato da tutti i sindacati, che qualche organizzazione minaccia di anticipare già in questi giorni. Una situazione che la città non può permettersi, quindi la maggioranza chiarisca le sue scelte per Amia una volta per tutte, e se non è in grado di mantenere le promesse fatte ai lavoratori (dal momento che nel frattempo ha operato in direzione contraria), come appare evidente, se ne assuma la responsabilità davanti ai lavoratori stessi e alla città.
Federico Benini, cons com capogruppo Pd