Per la prima volta dopo tanto tempo il bilancio dell’Amia è stato approvato in perdita. Una perdita di 320 mila euro, circa 27 mila al mese. Cifre importanti per una partecipata comunale di secondo livello, ma un’inezia se confrontate con alcune scelte scellerate dei vertici aziendali.
Pensiamo ai 400 mila euro dati da Amia per la continuità di Eco Tirana e Agsm Albania, aziende che l’amministrazione in campagna elettorale aveva promesso di far chiudere… E come dimenticare il ridicolo contenzioso tra Amia e Serit, una battaglia tutta interna al centrodestra tra ex tosiani più o meno opportunisticamente pentiti: la prima cerca di fare lo scaricabarile sulla seconda chiedendo a Serit 300.000 euro, quando la seconda sostiene di dovergliene solo 50.000.
In quanto a trasparenza, Amia non è certo meglio delle controllate albanesi: ad oggi non sono stati ancora pubblicati nella sezione trasparenza gli stipendi dei dirigenti nell’anno 2017. Tuttavia possiamo vedere che nel 2016 l’attuale dirigente di Amia e dg di Eco Tirana, percepiva 56 mila euro netti all’anno. Quanto ha guadagnato nel 2017? Possiamo sapere se e perché prende un doppio stipendio?
Inoltre è curioso sapere quanto chiede di fattura Agsm ad Amia per gli otto dipendenti di Amia che l’anno scorso sono passati in Agsm, ma stipendiati ancora da Amia. L’importo corrisponde a quello che effettivamente prima spendeva Amia?!
Infine, e siamo alla cosa più grave, Amia nel 2017 ha speso circa 500.000 euro di contributi e sponsorizzazioni, liberalità escluse. Tuttavia nell’”oggetto” dello statuto di Amia, dove si fa riferimento allo scopo dell’attività di Amia, non si fa alcuna menzione delle attività di sponsorizzazione, che sembra essere diventata la vera Mission dell’impresa
Insomma, con questi numeri, anche un onesto bambino sarebbe in grado di portare in forte utile un’azienda come Amia.
Mancata trasparenza, sponsorizzazione selvagge, siti incompleti. Chissà cosa direbbe Croce se avesse la possibilità di “aprire gli armadi”. In fin dei conti è solo il Presidente della Holding di Amia con l’assessore alla trasparenza di Verona Pulita