E’ ormai chiaro che l’unica preoccupazione del Sindaco e della sua maggioranza riguarda il ritiro di tutti gli emendamenti al bilancio da parte dell’opposizione. Alle loro polemiche noi rispondiamo continuando a fare proposte concrete.

 

Davanti alle nostre legittime critiche sulla sua insufficienza, il ventilato fondo per l’emergenza da coronavirus è già stato derubricato ad un meno ambizioso (e non meglio specificato) “fondi di vicinanza”. E ieri il Sindaco è passato alle vie di fatto minacciando di sospendere il Consiglio comunale fino alla fine di aprile per convocarlo soltanto l’ultimo giorno utile e utilizzare il meccanismo della tagliola per chiuderlo senza possibilità di discussione degli emendamenti.

Per questa amministrazione, dunque, il Coronavirus è la scusa. Ma per la città resta una emergenza.

 

E’ un’emergenza per le persone impiegate nei settori esposti del turismo e del commercio al minuto, della ricettività e della ristorazione, per le quali chiediamo di aumentare l’entità del fondo:

 

– Vogliamo che il Sindaco convochi le aziende partecipate e di faccia dire da ciascuna che cosa possono fare in concreto e di nuovo (la rateizzazione è già possibile) per venire incontro alle esigenze. Da evitare le iniziative a spot come quella di Amt sul Verona Park gratuito.

 

– Vogliamo che vengano reinvestiti i risparmi generati dalla sospensione dei lavori del consiglio comunale: in due mesi di inattività è possibile risparmiare 260 mila euro con cui rimpinguare il fondo per l’emergenza. I consiglieri possono già rinunciare al gettone di presenza. Possono gli assessori rinunciare alla propria indennità?

 

– Valutare la possibilità di reinvestire una parte dei proventi delle multe, nella consapevolezza che le minori entrate che stanno facendo registrare le rette scolastiche, i musei e la tassa di soggiorno richiederanno nei prossimi mesi di attingere alle entrate straordinarie per rimettere a posto i conti

 

– Come Pd siamo disposti a rinunciare ai nostri emendamenti al bilancio ma sono nulla rispetto alle necessità dei nostri cittadini, a che cosa sono disposti a rinunciare gli assessorati con portafoglio al fine di aumentare la disponibilità di risorse e quindi l’efficacia del fondo? Che cosa sono disposti a mettere in comune per l’emergenza?

 

Quella attuale è una emergenza anche per i genitori che non possono lavorare perché hanno i figli a casa da scuola. Va previsto un bonus per le baby sitter. Il Comune deve farsi parte attiva ai tavoli sindacali per la promozione dello lavoro agile (smart working) e del telelavoro. Forse nemmeno il Sindaco sa che in Comune esiste un ufficio per l’affido diurno dei minori. Noi diciamo che in questa situazione il servizio vada potenziato ed esteso al fine di sostenere il lavoro e la produttività delle imprese, serve uno sforzo di COMUNITA’.

 

E’ un’emergenza per gli anziani a rischio di isolamento sociale in quanto sono i soggetti più esposti dal punto di vista sanitario. Diciamo che è necessario, in collaborazione con i servizi sociali, promuovere interventi di buon vicinato e di portierato sociale per portare socialità e conforto a queste persone, prendiamo esempio da Milano.

 

La ripresa economica non si favorisce soltanto con i fondi per l’emergenza: va comunicato in modo efficace che Verona e il Veneto non sono aree off limits. In questo senso la linea comunicativa alla Zaia, tutta fondata sull’orgoglio veneto e veronese, è utile al morale interno ma fortemente deleteria e catastrofica verso l’esterno, perché dà l’impressione che siamo nel mezzo di una ecatombe. Si tratta di una seria emergenza sanitaria che stiamo gestendo con le misure che si rendono necessarie. Dovremmo imparare dagli alberghi della Romagna che hanno smesso di fare le previsioni del tempo.

 

Anziché polemizzare con la minoranza che cerca di fare proposte costruttive un’amministrazione seria e autorevole farebbe un appello ai proprietari dei muri delle attività economiche affinché promuovano una dilazione nel pagamento degli affitti, perché un’attività commerciale morta o allo stremo non paga più le tasse, gli stipendi e nemmeno l’affitto.

 

 

 

Il gruppo consiliare del Partito Democratico


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