Dopo settimane di trattative con l’assessore al Bilancio Francesca Toffali per tentare di arrivare ad una mozione bipartisan e condivisa per la ripartizione dell’avanzo di amministrazione 2020, che ammonta a 29,4 milioni di euro, in favore di famiglie e attività in difficoltà, la maggioranza del Sindaco Sboarina, in modo scorretto e opportunistico, si è appropriata del testo della mozione, che nemmeno ha contribuito a scrivere, e l’ha svuotato di contenuto, scegliendo così di destinare tutte le risorse per coprire i buchi delle aziende partecipate e lasciando soltanto le briciole a famiglie e attività in difficoltà. Mozione poi depositata in segreteria del consiglio già prima della riunione dei capigruppo, senza nemmeno un avviso. Un ulteriore esempio della bassezza e della scorrettezza usata nei confronti delle minoranze che hanno lavorato a quel testo, rispettando un percorso condiviso dalla stessa assessore Toffali che ha poi dovuto ripiegare a spiegare che la mozione così depositata si doveva considerare come “offerta reale”.

Al punto al quale eravamo arrivati, il nodo principale da risolvere riguardava la quota di avanzo da destinare a coprire i buchi nelle aziende partecipate (non solo Fiera e Aeroporto, per cui si attende l’aumento di capitale, ma anche Amt, che presenta un disavanzo ben superiore ai 2,4 milioni finora dichiarati, Fondazione Arena e molto probabilmente altre aziende).

Come minoranze avevamo proposto di limitare l’esborso in favore delle aziende partecipate in perdita al 55% dell’avanzo, quindi circa 19,4 milioni, per lasciare una quota significativa di avanzo, circa 10 milioni, da destinare ad aziende e famiglie in difficoltà, secondo la seguente ripartizione: almeno 1 milione di euro per sostegno alle famiglie; almeno 1 milione di euro per riduzione della Tari per le utenze sia domestiche che non domestiche; almeno 7 milioni di euro di aiuti a fondo perduto alle imprese dei settori più esposti, dal commercio e ristorazione allo spettacolo e turismo; con almeno 500 mila euro per le scuole d’infanzia e altri 500 mila euro per l’innovazione digitale.

Nella versione depositata il 23 aprile, i consiglieri di maggioranza hanno invece tolto il limite in favore delle aziende pubbliche scegliendo di non assumere l’impegno di destinare risorse precise a favore di famiglie e imprese. E, vista la difficilissima congiuntura, è quasi scontato che le perdite delle aziende partecipate assorbiranno quasi tutto l’avanzo.

Probabilmente cedendo alle pressione dei compagni di partito sistemati nelle varie aziende, i consiglieri di maggioranza sono disposti a sacrificare gli aiuti alla popolazione, e il Sindaco, malgrado le promesse fatte a commercianti ed esercenti, è disposto a chiudere entrambi gli occhi e a rimangiarsi la parola data alle categorie.

Si va insomma verso un epilogo deludente e dannoso per la Città, degno di come era cominciata la discussione sul bilancio. La maggioranza ne aveva infatti avviato l’esame senza l’obbligatorio parere dei revisori dei conti, rischiando così di far approvare un bilancio impugnabile. Non paga della propria negligenza, aveva poi tentato di addossare le colpe dei conseguenti ritardi a chi aveva correttamente fatto notare l’errore, consentendo di rimediare a quello che sarebbe stato un danno enorme per l’amministrazione cittadina. Questa è la maggioranza che governa la Città, arrogante e incapace di accogliere le richieste di aiuto dei veronesi.

I gruppi di minoranza in Consiglio comunale

Categorie: Bilancio

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