Visto che l’albo pretorio è quotidianamente costellato di ricorsi e controricorsi per mancati pagamenti delle tasse comunali, Imu e Tasi in primo luogo, è legittimo chiedersi, e doveroso da parte dell’amministrazione esplicitarlo ai cittadini, come si comporterà il Comune di Verona in considerazione della possibilità offerta dal governo lega-stellato di condonare anche le tasse locali evase.

Il governo lascia l’ultima parola ai singoli Comuni. Verona sceglierà la via della riscossione del dovuto oppure opterà per il colpo di spugna condonistico? Va detto che in ballo ci sono cifre di tutto rispetto: l’ultimo documento sul tema del “Recupero dell’evasione tributaria” è datato 31 ottobre 2018. In esso si fa il punto su quanto rientra da evasione Icp, Imu e Tasi rispetto agli avvisi emessi nel quadriennio 2013-2017.

Il dirigente comunale certifica che al 31.10.2018 sul capitolo “Recupero imposta sulla si devono aggiungere € 36.026,00 “portando così l’accertamento di entrate a € 92.093,00”; su “Recupero evasione IMU” si accertano ulteriori entrate per € 886.585,73 “portando così l’accertamento a € 1.845.867,49”; sulla Tasi entrano € 222.787,32 “portando così l’accertamento a € 510.806,98”. In totale l’accertamento dell’entrata complessiva ammonta a € 2.448.767,47.

Conviene fare la lotta all’evasione o è meglio accontentarsi dei condoni? Vogliamo saperlo dal Sindaco. E non è solo una questione economica: siccome le tasse si pagano in base a scaglioni di reddito, il condono fiscale fatto ai due livelli, statale (irpef) e locale può portare a pesanti distorsioni, rendendo i furbetti sempre più ricchi e gli onesti sempre più poveri.

Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona
Frederico Benini, capogruppo

Categorie: Bilancio

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