Anziché pensare a che cosa Conte e il Governo possono fare per Verona sul coronavirus (come avviene con la mozione che hanno appena presentato), i consiglieri di maggioranza farebbero meglio a pensare a che cosa loro possono fare per l’economia della città e la ripresa dei consumi

Negozi vuoti e attività artigianali ferme sono il risultato di paura ancora diffusa tra la gente. Una paura che, alla luce dei nuovi dati sulla pericolosità dell’infezione, può e deve essere gradualmente superata. Per farlo ritengo utile finanziare una campagna di informazione che incoraggi la popolazione ad un graduale ritorno alla normalità.

Per questo motivo con un emendamento al Bilancio chiedo di recuperare 100 mila euro, attingendoli dai “servizi informativi”, per finanziare una campagna di informazione seria, non propagandistica, destinata ai consumatori, che inviti ciascuno a commisurare il rischio percepito con il pericolo reale che emerge dai dati e dai rapporti ufficiali.

In un secondo momento potrebbe rendersi opportuno battere cassa anche a Roma, la cui attenzione, in questa fase, è comprensibilmente riversata sulle zone messe in quarantena.

Se è vero che passeranno mesi prima che venga messo a punto un vaccino efficace, è evidente che la città città deve attrezzarsi a convivere con le necessarie precauzioni sanitarie che fino a quel momento si dovranno rispettare. Prima si comincia e prima l’economia tornerà a funzionare. Il Sindaco la smetta dunque di stare alla finestra a guardare sgomento Piazza Bra deserta, esca dal suo ufficio e contribuisca a predisporre le misure utili a riattivare l’economia cittadina.

Federico Benini, consigliere comunale Pd capogruppo


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