In cinque anni di governo della città l’amministrazione Sboarina non ha saputo individuare una sola società da “sfrondare” sostituendo il consiglio di amministrazione con un amministratore unico. Questo è il dato politico che emerge dall’esame del piano di razionalizzazione delle partecipazioni comunali 2021 presentato stamattina in commissione consiliare. E il motivo è semplicissimo: anche con Sboarina le partecipate sono servite principalmente per assicurare posti e poltrone a politici amici e agli amici degli amici.

Le società del comune di Verona continuano ad essere oltre un centinaio, e nel 2021 si sono aggiunte tutte quelle afferenti ad Aim acquisite per il tramite della fusione con Agsm. Ma dal momento che la fusione data 31.12.2020, l’amministrazione ha ritenuto non doveroso aggiornare il numero delle partecipazioni che nei fatti è aumentato ma sulle carte non viene rilevato.

Una situazione imbarazzante come imbarazzante è il fatto che Sboarina non abbia saputo mantenere nemmeno la promessa di chiudere le società albanesi di Agsm, che non la mission istituzionale dell’ex partecipata controllata interamente dal Comune di Verona e ora anche dal Comune di Vicenza, non ha nulla a che vedere. L’aveva promesso in campagna elettorale nel 2017, ma non è riuscito a mantenere nemmeno questo impegno.

Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani

Categorie: Bilancio

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