In risposta ad una mia interrogazione in merito ai cassonetti traboccanti del Chievo, Amia ha riscontrato che “il problema sollevato dalla popolazione clivense è dovuto alle cattive abitudini dei cittadini delle zone limitrofe” e conferma che “si provvederà quanto prima ad installare una telecamera mobile da utilizzare per il periodo necessario a scoraggiare quei soggetti che scaricano i loro rifiuti in prossimità dei cassonetti di Piazza Chievo, attuando comportamenti illeciti a danno dell’ambiente e del decoro pubblico”.
Dunque il problema esiste e va affrontato, la mia denuncia non era la fake news di cui parlava il consigliere Niccolò Sesso il quale era arrivato perfino a sostenere che il sottoscritto diffonde foto vecchie allo scopo di scroccare visibilità pubblica e sminuire il lavoro dei dipendenti Amia.
Tutto è bene quel che finisce bene? Non proprio, perché:
a) la telecamera non è ancora stata installata e il problema persiste come dimostrano nuove foto dei cassonetti traboccanti che i cittadini continuano ad inviare (in allegato la situazione di lunedì scorso);
b) il presidente Amia Andrea Miglioranzi, che aveva vergato la risposta, è stato nel frattempo rimpiazzato. Mi auguro che il nuovo presidente Tacchella sia sensibile al tema. A questo riguardo ritengo l’assessore Daniele Polato, che ha trasmesso la risposta di Amia, garante degli impegni presi.
c) sempre in tema di trasparenza, restiamo in attesa di conoscere l’entità delle trattenute in busta paga ai dirigenti Amia per l’uso dell’auto aziendale. Il contributo del consigliere Niccolò Sesso sarebbe apprezzato;
c) mi auguro che la telecamera al Chievo non faccia la fine di quella di via Pole a San Massimo rimossa solo dopo 15 giorni, quindi nei fatti una inutile perdita di tempo e di denaro;
d) visto che il problema dei pendolari dei rifiuti è presente in tutti i quartieri che confinano con Comuni dove vige la raccolta porta a porta, è auspicabile che Amia si doti di un piano di sorveglianza sistematico. La segnalazione va bene quando serve a rimediare alle sbavature di un programma. Se invece diventa l’unica modalità di intervento si fa soltanto confusione come dimostra il caso del Chievo e di San Massimo.
Federico Benini, consigliere comunale Pd