Già nervo scoperto in molti quartieri in situazione di ordinaria amministrazione a causa del loro numero insufficiente e della difficoltà a reperire spazi adeguati dove esercitare la professione, i medici di base sono ancora di più sotto pressione in questa situazione di rinnovata emergenza sanitaria che li vede nuovamente in prima linea senza adeguato supporto da parte di Regione e Comune. La denuncia della Fimmg Verona è chiarissima: se vella dei cittadini loro assistiti. Chiediamo inoltre che il Comune solleciti la Regione a mettere ogliamo che la medicina del territorio diventi testa di ponte nella lotta al virus servono, oltre naturalmente ai tamponi e ai test rapidi, scandalosamente non ancora arrivati malgrado gli annunci arroganti del governatore Zaia, servono anche dispositivi di protezione in numero sufficiente, nonché spazi adeguati nei quali esercitare la funzione di screening della popolazione. Il 45% dei medici di base risulta lavorare in studi non adeguati a questo compito dal punto di vista della sicurezza. Con una interpellanza chiediamo allora all’amministrazione comunale che cosa sta facendo per mettere nelle condizioni i medici di lavorare in sicurezza, a difesa della loro salute e di qua disposizione dei medici di base il materiale necessario ad avviare la campagna di screening.

L’infantile tentativo di Zaia di far passare per una propria ordinanza quella che in realtà è una integrazione dell’Accordo Collettivo Nazionale tra Ministero della Sanità e Medici di Medicina Generale la dice lunga sui reali scopi del governatore che mette  la promozione della propria immagine al di sopra di ogni cosa. Ma a causa dei ritardi della Regione, i tamponi negli studi dei medici di medicina generale non partiranno nemmeno questa settimana. Come Pd negli ultimi anni abbiamo aperto numerose vertenze riguardanti la carenza dei medici di base in diversi quartieri della città, sottolineando il ruolo positivo che il Comune può giocare mettendo a disposizione spazi, magari in collaborazione con gli enti di edilizia residenziale pubblica. Ad oggi purtroppo il bilancio per Palazzo Barbieri è piuttosto magro, nel senso che tutte le vertenze da noi aperte si sono sempre chiuse positivamente. Ciascun quartiere ha sempre visto sostituito o confermato il proprio medico di base, ma ciò è accaduto, purtroppo, non per merito del Comune. Le soluzioni, infatti, sono sempre arrivate dal privato o dagli stessi medici. E’ ora che il Comune prenda coscienza del ruolo centrale che gioca all’interno del sistema del welfare e che si faccia parte attiva nell’affrontare la mortale emergenza in corso.

Per il gruppo consiliare comunale Pd Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani


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