Le aree da inibire al transito o alla sosta dei pedoni indicate nell’ordinanza del Sindaco hanno poco a che fare con il contrasto agli assembramenti, ma sono state scelte, come del resto è stato esplicitamente ammesso durante la presentazione del provvedimento, con il preciso intento di dare una “spolverata” ai luoghi in cui il Comune  non è mai riuscito a mettere ordine, vedi i gradoni di Palazzo Barbieri o della Gran Guardia, oppure altre piazze notoriamente luogo di frequentazione di clochard. Ci domandiamo pertanto con sincero sgomento a che gioco stia giocando il SIndaco. Sboarina sta scherzando con il fuoco.

Un piano di contenimento degli assembramenti non può permettersi di essere timido e cieco davanti ai luoghi, stranoti, della movida cittadina. La regolazione degli assembramenti in questi luoghi non può essere lasciata unicamente alla misura di limitazione di somministrazione al banco presa dal governo per gli esercizi, anche perché gli effetti prevedibili di una zona rossa tutta circostante ai luoghi della movida non possono che essere perversi, nel senso di rinfocolare la movida stessa.

Vorremmo inoltre capire come possono i cittadini regolarsi difronte alla selva di orari e luoghi differenti contemplati dall’ordinanza. Occorrono scelte chiare e facile da memorizzare.

Chiediamo serietà e responsabilità, la situazione è critica e non può essere lasciata all’improvvisazione o peggio alla difesa degli interessi di bottega. L’obiettivo condiviso dovrebbe essere quello di evitare che la situazione sanitaria sfugga di mano costringendo ad attuare una nuova chiusura totale che comporterebbe gravissime ripercussioni economiche. Il Sindaco riveda il piano e chieda al governatore misure speciali per difendere il territorio veronese che si trova al confine con il focolaio lombardo.

Per il gruppo consiliare comunale Pd
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani


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