Nel giro di qualche settimana il presidente della Regione Veneto Luca Zaia è passato dal negare l’ondata di ritorno del Covid, perché diceva che il numero di infetti veneti era percentualmente molto basso, all’ammettere la crescita di casi sottolineando però che la maggior parte di essi era asintomatico. Ora che la curva dei casi Covid ha ricominciato a galoppare e con essa anche quella i sintomatici, Zaia si gioca la carta delle terapie intensive vuote, sebbene anche al loro interno qualcosa abbia purtroppo ricominciato a muoversi.
Siamo preoccupati di questa continua minimizzazione, quando mezza Europa è sull’orlo di un nuovo lockdown. E soprattutto di fronte a buchi organizzativi giganteschi come quelli del mancato caricamento dei dati dell’app Immuni di cui si parla oggi. Chiediamo al Sindaco, in quanto responsabile della condizione di salute della popolazione, di tutelare i cittadini e la città e di farlo innanzitutto con una informazione puntuale che deve partire dalla condivisione dei dati e delle criticità nelle sedi istituzionali e non con conferenze stampa a ruota libera sul modello del governatore.
Siamo preoccupati tanto più perché sappiamo che Zaia è un campione delle “profezie del giorno dopo” nonché inventore di singolari insider trading politico-sanitari che l’hanno visto in passato anticipare di poche ore provvedimenti già decisi su scala nazionale dal comitato tecnico scientifico. Il tutto per volontà di distinguersi.
Chiediamo dunque che il Sindaco venga a riferire in Consiglio comunale sullo stato dell’emergenza e che convochi la commissione temporanea Coronavirus per fare il punto della situazione sul territorio veronese.
Per il gruppo consiliare comunale Pd
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani