Speriamo che il monito dell’Ufficio Antidiscriminazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana per la soppressione delle mozioni omofobe del 1995 del Comune di Verona dia la sveglia al Presidente del Consiglio Comunale, al Sindaco e a tutti quelli in dovere di onorare la città che rappresentano nonché il profilo istituzionale che ricoprono al di là delle più abbiette ragioni di partito.

Confidiamo dunque che la smettano con i soliti giochetti in punta di regolamento con i quali da ormai 14 mesi manovrano per spostare di seduta in seduta la discussione e il voto sul nostro ordine del giorno per la cancellazione di dette mozioni omofobe, in combutta con i consiglieri comunali di maggioranza che in questi anni si sono distinti per dichiarazioni apertamente omofobe o hanno semplicemente nascosto la testa sotto alla sabbia difronte ad un grave marchio di infamia che la città si porta dietro dal 1995.

La nostra richiesta è tecnicamente ineccepibile e non da alcun adito a recriminazioni di carattere ideologico: le mozioni, che fanno divieto alla Giunta Comunale di “approvare provvedimenti che parifichino i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie naturali costituite da un uomo e una donna”, devono essere cancellate perché in contrasto con le leggi dello Stato che riconoscono la “parificazione” tra coniugi e contraenti di unione civile “al solo fine di assicurare l’effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile”. Dunque non chiediamo ai Consiglieri di esprimersi sulla parificazione tra unioni civili e matrimonio, ma soltanto di assicurare la rimozione di questo ostacolo alla corretta applicazione della legge.

Federico Benini, capogruppo comunale del Partito Democratico
Michele Bertucco, capogruppo comunale di Verona e Sinistra in Comune

Categorie: Mozioni

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