L’appello lanciato Legambiente va raccolto e approfondito anche attraverso gli studi e i contributi offerti dalle associazioni dei ciclisti urbani e dei professionisti che si occupano di mobilità attiva: bisogna correre immediatamente ai ripari per evitare che alla ripresa delle attività economiche corrisponda una insostenibile recrudescenza del traffico motorizzato privato capace di paralizzare la nostra città. Le grandi capitali europee, e tra le italiane anche Milano e Torino, lo stanno già facendo con la predisposizione di una rete di mobilità di emergenza dedicata al trasporto privato sostenibile in tutte le sue forme: bicicletta, ebike, monopattini, bike sharing, combinazioni auto/bus/treno e bici. Come Pd chiediamo all’amministrazione l’apertura di un tavolo tecnico nell’ambito del quale valutare e studiare tutte le soluzioni possibili.

Alla base dell’allarme c’è la constatazione che il mantenimento delle misure di distanziamento sociale renderà estremamente costoso, e soprattutto non immediato, mantenere l’attuale capacità dei mezzi pubblici. Ragion per cui, alla riapertura delle attività economiche, una quota importante di spostamenti che fino a prima della crisi veniva soddisfatta dal trasporto pubblico (bus ma anche treni) si riverserà sui i mezzi privati.

La tendenza è chiaramente evidenziata nell’esperienza della città cinese di Wuhan, la prima “liberata” dal virus, dove la domanda di trasporto pubblico, che pure copriva il 60% degli spostamenti quotidiani, si è dimezzata in favore del traffico automobilistico che da una quota del 30% è passato al 60%.

Nelle nostre città e in particolare Verona, che parte da un tasso di diffusione dell’automobile già altissimo, un fenomeno del genere porterebbe la quota di spostamenti su auto (che è già del 60%) a livelli insostenibili con tutte le conseguenze collegate al peggioramento della salute pubblica e della vivibilità della città.

Come si realizza nella pratica una rete di emergenza? Dedicando più spazio alla mobilità sostenibile finora confinata in spazi di risulta, dunque rinforzando la dotazione di piste e corsie ciclabili,  sfruttando meglio gli spazi sui marciapiedi, creando corridoi ciclabili da e per i maggiori attrattori di traffico. Dato il carattere “emergenziale”, la rete non richiede l’appalto di lavori ma l’approvazione di misure viabilistiche da realizzare con coni stradali, dissuasori, new jersey, transenne, fioriere e altri elementi di arredo urbano di pronta reperibilità. Chiediamo sia aperto urgentemente un tavolo tecnico al quale invitare, per stime e suggerimenti, le Circoscrizioni, le associazioni e gli stessi tecnici che erano al lavoro sul nostro Pums, che a questo punto sarà in buona parte da riscrivere.

Si tratta di un prima iniziativa necessaria a riconfigurare il nostro modo di vivere dopo il picco dell’epidemia, da accompagnare con altre misure ad esempio lo scaglionamento degli orari di apertura di fabbriche, negozi e servizi pubblici onde evitare il sovraffollamento dei bus negli orari critici del mattino e del pomeriggio. Una cosa è certa: il virus porterà ad un tendenziale aumento del traffico privato: dipenderà dalla capacità dei Comuni delle Province e delle Regioni rendere tale aumento il più sostenibile possibile.

I Consiglieri comunali Pd Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani
Il Capogruppo Pd della Quinta Circoscrizione Michele Bresaola
Il Segretario Cittadino Pd Verona Luigi Ugoli


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