Sull’Ecoborgo di San Massimo è accaduto purtroppo quanto avevamo previsto e paventato a dicembre: la riduzione della superficie commerciale chiesta dall’amministrazione comunale è stata semplicemente ignorata dalla Regione Veneto. In primo luogo perché la Regione a guida leghista se n’è sempre fregata dei problemi di Verona, e in secondo luogo perché la richiesta del Comune non era adeguatamente motivata, anzi, era del tutto infondata. Con quale criterio, infatti, Sboarina e Segala ritenevano che una superficie commerciale di 16 mila metri quadri potesse essere più sostenibile di una di 20 mila metri quadri quando le previsioni di progetto assicuravano che in quella posizione non ci potevano stare più di 9 mila metri quadrati e per di più esclusivamente dedicati a negozi di vicinato?
Era evidente che si trattava soltanto di un pallido tentativo di salvare la faccia davanti alla popolazione di San Massimo vittima dell’ennesima colata di cemento e dell’ennesimo pasticcio viabilistico.
Invitiamo Sboarina e Segala a venire a spiegare ai cittadini di San Massimo che cosa accadrà, dopo la realizzazione del centro commerciale, alle strade principali di San Massimo, come via Brigata Aosta e via Romagnoli, già oggi preda di pensanti incolonnamenti di auto nelle ore di punta. Spieghino come intendono rendere il piano sostenibile dal punto di vista viabilistico, della qualità della vita del quartiere e della salubrità dell’aria.
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani, consiglieri comunali Pd Verona
Riccardo Olivieri, segretario Terzo Circolo Pd
Sergio Carollo, capogruppo Pd Terza Circoscrizione