Il Sindaco accusa danni da Coronavirus un po’ in tutti i settori, dal filobus alla casa di Giulietta ma, guarda caso, non per la sua opera bandiera: il nuovo stadio. Eppure il piano economico finanziario dell’opera si basa in massima parte proprio sugli introiti delle attività commerciali da installare all’interno del nuovo complesso calcistico, le quali sono inevitabilmente esposte all’attuale congiuntura negativa di mercato.

Chiediamo dunque un atto di sano realismo, che si metta da parte la propaganda politica e che si faccia fronte alla realtà che vede tutti i negozi, i ristoranti e gli alberghi già esistenti affrontare una situazione difficilissima.

In seconda battuta invitiamo il Sindaco a verificare con il Credito Sportivo se sussistono ancora i presupposti affinché questi faccia da garante all’operazione come era nelle attese della Lega e dello stesso Sindaco. Vista la situazione critica anche nel mondo del calcio, e considerato che nel resto d’Italia gli stadi vengono costruiti dalle società di calcio e non dai Comuni, ci domandiamo chi possa realisticamente pensare di prestare le garanzie necessarie ad un Pef che già prima della crisi da Covid era tirato per i capelli.

Non da ultimo, contro la costruzione del nuovo stadio, restano valide tutte le considerazioni sulla tutela della vivibilità del quartiere Stadio, a cui purtroppo Sboarina non ha mai prestato grande considerazione.

Federico Benini, consigliere comunale capogruppo PD Verona
Riccardo Olivieri, segretario Terzo Circolo Pd Verona

Categorie: Stadio

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