Un’altra occasione persa per la nostra città: Verona è arrivata ultima su 60 città italiane che hanno partecipato al concorso nazionale indetto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il novembre scorso per la valorizzazione dei brand cittadini. Le prime 20 città posizionate si sono portate a casa fino a un milioncino di euro da impiegare in progetti (leggiamo da avviso di concorso) “con una prevalente componente infrastrutturale” nonché velocemente appaltabili che, sviluppando appunto il “brand cittadino”, valorizzino anche “le potenzialità attrattive delle città italiane rispetto agli investimenti stranieri”.

Brescia, prima classificata con 79 punti, si è portata a casa 999.241,47 euro per un collegamento meccanizzato tra la città e il suo Castello, che verrà riqualificato.
Pisa, seconda classificata con 78 punti, 321.890 euro per la realizzazione di una nuova via d’acqua lungo l’Arno nell’ambito di un progetto di sviluppo del turismo “fluvestre”. Pesaro, terza con 76 punti, si porta a casa 100 mila euro per il completamento della Città della Musica. Ascoli Piceno, quarta, un milione tondo per il completamento del Parco Scientifico e Culturale. Tutti temi che, a guardar bene, hanno vivacizzato il dibattito cittadino anche nella nostra città negli ultimi 10 anni.

Che idea ha portato invece la nostra amministrazione comunale? Verona ha partecipato con un progetto di “Parco Lineare” tra la Stazione ferroviaria di Porta Nuova e la Fiera, il quale pare non aver convinto per niente. Totalizzando zero punti, contro i 50 punti raccolti mediamente dalle altre città, significa che la proposta veronese è stata valutata inadatta secondo tutti i parametri di valutazione che comprendevano, ad esempio, la capacità di promuovere il brand cittadino; l’impatto occupazionale e la sostenibilità finanziaria; tempistiche attuative; sostenibilità ambientale, eccetera.
Eppure negli anni scorsi l’amministrazione Sboarina si è a lungo esercitata sul tema del brand cittadino, ma evidentemente erano soltanto esercizi di retorica oratoria.

Questo è anche il prezzo che la giunta Sboarina fa pagare alla città per la sua riluttanza al confronto: la partecipazione della città si sarebbe potuta discutere e approfondire meglio in apposite commissioni alle quali invitare anche associazioni, realtà professionali ed enti cittadini. L’amministrazione avrebbe mantenuto il diritto di scegliere secondo le sue priorità. Invece ha fatto tutto da sola e ha fatto male anzi malissimo, come nel caso del concorso per Verona Capitale della Cultura dove la partecipazione è stata soltanto formale, tanto è vero che la redazione del rapporto è stata appaltata e il rapporto finale non è stato reso pubblico.
Ora per lo meno Sboarina ci risparmi la lagna di Verona discriminata dal governo comunista di Giuseppe Conte…

I consiglieri comunali Pd
Federico Benini, Stefano Vallani

Categorie: Urbanistica

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