Dopo la quinta bomba d’acqua che da giugno manda sotto diversi quartieri della città, è tempo che il Sindaco faccia fronte alla necessità di un piano straordinario per prevenire i danni degli eventi atmosferici violenti ed improvvisi, che non possono più essere considerati una fatalità.

Non è questione soltanto di Porta Borsari, il cui scandalo è evidente e vergognoso benché il Sindaco cerchi di incolpare Acque Veronesi. Non era stato proprio Sboarina alla fine del 2018 ad inaugurare i lavori di Porta Borsari, che si stanno rivelando perfettamente inutili, promettendo: “Mai più Verona allagata?”

E inoltre: se sottopassi e gallerie si allagano ad ogni nubifragio, significa che il sistema di smaltimento delle acque è inadeguato e che va riadattato. Abbiamo visto tutti, ieri, i lungadigi trasformati in torrenti ricoperti di foglie. Del patrimonio arboreo ci si deve prendere cura con i fatti e non con gli annunci come quelli reiterati da due anni a questa parte dall’assessore Padovani sul piano del verde. Un buon rapporto tra superfici impermeabilizzate e verde pubblico aiuta la città e i cittadini a respirare meglio e a prevenire le bolle di calore.

Queste, insieme ad interventi specifici per Veronetta, sono le opere che servono urgentemente alla città. Per usare uno slogan: meni stadi, più caditoie…

Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani

Categorie: Inchieste

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