La destra torna a sfoderare tutta la sua arroganza e la sua supponenza: anziché scusarsi per l’inettitudine che rischia di tenere inchiodata la città per settimane sul bilancio di previsione a causa di una loro negligenza, accampa scusanti, incolpa i dipendenti comunali e attacca le opposizioni. E ancora una volta non rispetta la distanza interpersonale di sicurezza durante le conferenze stampa.
Per prima cosa va allora ricordato che a determinare la fine del consiglio di ieri sera, preso atto della mancanza di un documento fondamentale come il parere dei revisori dei conti, è stato il parere della Segreteria Generale del Comune che ha letto in tempo reale la norma del regolamento che impediva di proseguire. La verità, dunque, è che i 15 giorni di slittamento non sono un capriccio delle opposizioni ma i termini previsti da regolamento che l’inettitudine dell’amministrazione ci fa scontare.
Non sarebbe stato possibile avviare una discussione su un bilancio illegittimo quindi impugnabile. Questo non sembra ancora essere chiaro né al Sindaco né alla maggioranza.
In secondo luogo va detto che questi 15 giorni possono essere spesi bene anticipando la discussione di merito degli emendamenti in un confronto costruttivo tra maggioranza e minoranza. Ma vista l’arroganza della maggioranza diventa complicato portare avanti qualsiasi ragionamento.
Stendiamo infine un velo pietoso sulle critiche dei consiglieri di maggioranza alla manovra emendativa delle opposizioni che sta cercando di portare a famiglie e imprese veronesi un po’ di quell’ossigeno che questa amministrazione e questo Sindaco non hanno saputo dare in un anno e mezzo di pandemia, tolti i buoni spesa (pagati dal governo di centrosinistra) e l’allargamento dei plateatici, pagati sempre in buona parte dal governo di centrosinistra.
Per il gruppo consiliare comunale Pd
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani