L’odio e l’insulto non sono un’opinione, sono un cancro della nostra società. Affermare che una persona sia inferiore perché appartenente ad un’altra nazionalità, oppure malata perché manifesta un orientamento sessuale diverso da quello atteso, sono delitti contro la persona a tutti gli effetti, ed è giusto che il codice penale se ne occupi come stanno cercando di fare Zan e Scalfarotto inserendo l’omofobia e la transfobia tra i reati d’odio al pari della discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

Si schiariscano dunque le idee i consiglieri Zelger, Russo e Bacciga, il cui pensiero sembra confuso fin dai fondamentali, in quanto parlano di “razze umane” come fosse un’evidenza naturale quando invece quello della razza è un concetto biologicamente infondato.

Quella che stanno difendendo contro il disegno di legge Zan-Scalfarotto non è dunque libertà di pensiero e di espressione, ma libertà di insulto e come tale va respinta.
Il diritto di critica resta valido, sempre, nei limiti del rispetto della persona, in questo ambito come in tutti gli altri aspetti della vita civile e politica.

Possiamo aiutarli con un esempio concreto: non si possono prendere di mira le persone per il loro orientamento sessuale apostrofandole come malati o invertiti. Si può invece tranquillamente dire che una persona è un ladro se ha effettivamente rubato, specie se si mantiene abitualmente commettendo furti, ma questo vale indipendentemente dal fatto che sia omosessuale o eterosessuale.

I consiglieri di maggioranza ripassino l’abc della politica e del vivere civile: si criticano i comportamenti e le azioni, non l’identità delle persone.

Per il gruppo consiliare comunale Pd
Elisa La Paglia, Federico Benini, Stefano Vallani

Categorie: Diritti civili

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