E’ aberrante la reazione del Sindaco Sboarina e di alcuni esponenti della maggioranza, da Sesso a Bacciga, a sentire i quali, il fatto che l’aggressore della coppia gay sia di origine rumena dovrebbe in qualche modo ridimensionare la gravità dell’attacco omofobo accaduto in pieno centro e alleggerire di conseguenza le coscienze della maggioranza di governo e del resto della cittadinanza.
E’ lo stesso identico meccanismo mentale a cui purtroppo assistiamo in occasione di stupri e femminicidi: se l’autore è straniero è naturale condannare perché la possibilità che “l’altro” sia colpevole non tocca la nostra idea di comunità pura, non contaminata; se invece è italiano è naturale indagare, approfondire attendere i riscontri, anche passando sopra alle violenze subite dalla donna.
A parte il fatto che se il presunto aggressore e gli amici “fiancheggiatori” fossero residenti a Verona, Sboarina sarebbe anche il loro Sindaco, dal primo cittadino ci aspettiamo la condanna della violenza senza se e senza ma, come aveva detto all’inizio, anche perché il fatto ha riguardato, nel ruolo di vittime, due cittadini veronesi.
Razzismo, omofobia, violenza di genere sono purtroppo fenomeni che non risparmiano nessun paese al mondo. Spiace invece constatare che il centrodestra veronese sia impreparato ad affrontare questa complessità e a comprendere il semplice fatto per cui l’omosessualità non è frutto di una libera scelta da mettere in alternativa o in contrapposizione alla famiglia naturale, come goffamente tenta di fare Sboarina, ma il frutto di una condizione umana, che come tale va rispettata senza contrapporla a nessuna altra condizione.
Ma se è la prova politica dell’intolleranza che sta attraversando la nostra città ciò di cui hanno bisogno il Sindaco e consiglieri di maggioranza, vadano a vedersi i cartelli omofobi con i simboli dell’ultradestra veronese che sono stati appesi al Lazzaretto la cui notizia sta facendo il giro d’Italia.
Per il gruppo consiliare Pd
Elisa La Paglia, Federico Benini