Se fosse confermato il 29 Maggio come giorno delle elezioni amministrative, 30 giorni prima, quindi entro il 19 Aprile, l’amministrazione dovrebbe sciogliere il consiglio comunale e dichiarare aperta la campagna elettorale. Questo significa che al Sindaco Sboarina rimarrebbero soltanto 20 giorni per terminare quello che è non riuscito a fare in 5 anni, vale a dire approvare la Variante 29 – dichiaratamente l’unico provvedimento urbanistico di propria concezione in tutto il mandato –; approvare le varianti del filobus, di cui parla da anni senza produrre nulla di tangibile; approvare le opere compensative per il contestatissimo albergo di lusso in via Garibaldi vicino a Piazza Erbe su cui il Sindaco ha cambiato idea dieci volte.
Può un’amministrazione seria ridursi agli ultimi giorni di mandato senza peraltro avere la possibilità di vedere alcun frutto del suo lavoro? E non si parli di burocrazia: in questi anni abbiamo perso centinaia di ore ad inseguire le marchette e le ossessioni di singoli consiglieri, ad esempio sulla proposta di tradurre in dialetto il sito del Comune di Verona, avanzata dalla capogruppo leghista Anna Grassi, che ha tenuto inchiodato il Consiglio comunale per numerose sedute nel tentativo di capire quale fosse il dialetto corretto da usare. Pur approvata a maggioranza, la proposta è alla fine caduta, come è giusto che sia, nel dimenticatoio. Oppure tutto il tempo speso a parlare degli accordi di libero scambio tra Unione Europea e Canada come voluto dal consigliere di Fratelli d’Italia Ciro Maschio, tema interessante ma totalmente alieno alle competenze di un Comune.
Non si contano poi le volte in cui il consiglio comunale non è stato nemmeno convocato perché l’amministrazione Sboarina non aveva nessuna proposta di delibera da porta alla discussione. Oppure i consigli comunali animati esclusivamente dalle mozioni e dagli ordini del giorno delle opposizioni che arrivavano in aula con anni di ritardo.
Il tempo questa amministrazione lo ha avuto, eccome, e ora è arrivato anche il tempo del bilancio e di rendere conto dell’impasse nella quale Sboarina e la Lega hanno fatto precipitare il Comune di Verona.
Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani