Sulla posizione del Pd in merito all’operazione Ascopiave il sindaco si risponde da solo quando ammette che “Sui progetti di aggregazione non c’è ancora nulla di definitivo”.

La cosa triste e inaccettabile è proprio questa: dopo due anni di chiacchiere e annunci e dichiarazioni, non solo il tema della fusione con Aim è fermo alle letterine d’intento, ma nel frattempo è stato surclassato dall’operazione Ascopiave che nella migliore delle ipotesi per Agsm significa tagliarsi una gamba.

Molto semplicemente chiediamo che il partner industriale di Agsm venga individuato con una procedura informata, trasparente e pubblica, e non “a naso” sulla base degli umori del Sindaco dell’assessore alle Partecipate. Né più né meno di quello che dice anche la legge, la quale non prevede le scorciatoie dell’entrata di nuovi partner industriali dalla porta di servizio di partecipazioni inferiori al 5% come già sperimentato con risultati pessimi con l’aeroporto.

Se ci fossero ancora dei dubbi sul ruolo di “buco nero” che A2A sta svolgendo tra le multiutility storiche della pianura padana, basti leggere le cronache del bresciano, del lodigiano, del cremonese dove ancora non si capacitano di come si sono fatti inghiottire. E dove l’Anac, l’autorità anticorruzione, sta lavorando come una forsennata.

A differenza della Lega, che si è accontenta della mozione all’acqua di rose votata in consiglio, il Pd ha a cuore il patrimonio dei veronesi e farà tutto il necessario per tenere Agsm lontano dall’ “orizzonte degli eventi” – o punto di non ritorno – del “buco nero” A2A, evitando così che Verona perda il controllo anche sulla sua multiutility dopo aver perso il controllo dell’aeroporto, delle autostrade e delle banche.

Ricordiamo al Sindaco che la fusione Agsm-Aim era stata pensata in vista di un’ulteriore e graduale espansione con Dolomiti Energia. Tramontata l’ipotesi Dolomiti Energia, chi e con quali criteri è stata scelta A2A che è grande 8 volte Agsm, 23 volte volte Aim, 6 volte Agsm e Aim messe insieme, 11 volte Ascopiave?

Il carattere “non vincolante” dell’offerta non rassicura nessuno nella misura in cui il Comune non ha un piano B. Eppure risulta che Sboarina e Polato, assieme a Croce, ci lavorassero da mesi pur senza informare ufficialmente il consiglio di amministrazione! Idem per il nuovo presidente: finalmente uno che capisce qualcosa di società, purtroppo arriva troppo tardi per raddrizzare la rotta e segnare un proprio percorso, potrà solo farci scendere in tempo prima dello schianto.

Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona
Elisa La Paglia, Federico Benini, Stefano Vallani

Categorie: Inchieste

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