211.589 euro: è quanto ha speso Agsm per “sponsorizzazioni e liberalità” nel solo mese di febbraio 2018. Altro che tagli, siamo in media con i 2,5 milioni annui delle passate gestioni.
In questa cifra c’è anche il contributo di 4 mila euro erogato alle Pasque Veronesi, manifestazione nostalgico-reazionaria organizzata da un gruppo politico oscurantista molto vicino alla Lega, e i 2 mila euro per sponsorizzare, sempre allo stesso gruppo politico anti-illuminista, la riproduzione della bandiera “contarina” in ricordo degli splendori premoderni della Repubblica veneziana.
Quelli che il presidente Agsm e il Sindaco di Verona presentano come soldi “in più” per strade e marciapiedi sono in realtà sempre i soldi dei veronesi che vengono spostati da un servizio all’altro con l’effetto di lasciare sempre la coperta troppo corta ad una estremità.
Meglio sarebbe se Agsm e Comune coordinassero con maggior cura gli interventi sulle strade onde evitare, come spesso accade, che Agsm spacchi e cicatrizzi dove il Comune aveva appena asfaltato.
E ancor meglio se Agsm trovasse il tempo di pensare ai suoi clienti con tariffe più adeguate alla concorrenza del mercato e con un programma sociale che prevenga i casi di distacchi di energia e gas durante i periodi invernali ai cittadini in situazione di morosità incolpevole.
Diciamo inoltre che la situazione finanziaria e debitoria di Agsm sconsiglierebbe nel modo più assoluto di fare conferimenti tanto generosi al socio unico (e dovrebbe essere lo stesso Comune il primo a rendersene conto).
Sempre per restare ai problemi interni di Agsm, occorrerebbe riservare un sostanzioso investimento alla modernizzazione della struttura organizzativa del gruppo Agsm ancora diviso in comparti stagni ognuno dei quali, come viene denunciato per Amia, risulta sotto l’influenza del politico di turno con rischio di disparità di trattamento tra dipendenti e il rischio di carriere influenzate dalla fedeltà personale o politica. Proprio tra i dipendenti Amia registriamo situazioni tese per la cattiva gestione di spostamenti e cambi di mansioni che sembrano rispondere ad arbitrarietà politiche più che a criteri organizzativi oggettivi o alle esigenze famigliari dei lavoratori.
I consiglieri comunali Pd
Federico Benini, Elisa La Paglia