In barba alle gravi difficoltà finanziarie in cui versano molte famiglie e molte imprese veronesi, le aziende partecipate del Comune di Verona continuano a buttare soldi dalla finestra pagando ogni giorno decine di migliaia di euro in pubblicità (sono 75 mila euro circa soltanto sui giornali di oggi) senza un motivo preciso o ammissibile: che senso ha che Amia o Acque Veronesi comprino intere pagine di giornali per pubblicizzare o decantare l’efficienza del proprio servizio quando operano in regime di monopolio di fatto? Che senso ha che Serit compri spazi redazionali per mettere la foto del proprio Presidente su una iniziativa benefica?

I cittadini hanno forse possibilità di far raccogliere i propri rifiuti o farsi erogare l’acqua da qualche altro operatore che possa offrire un servizio diverso, migliore o meno caro?

La risposta ovviamente è no, e questo nel caso di Amia è tanto più vero se di considera che Comune e Agsm si sono posti l’obiettivo di riportare Amia in house, togliendola quindi dall’imbarazzo di dover affrontare qualunque tipo di gara per l’affidamento del servizio pubblico di raccolta rifiuti.

I soldi che le aziende spendono per pubblicizzare un servizio che di fatto non ha concorrenti sono soldi sottratti a famiglie e imprese che stanno affrontando un delicato momento di difficoltà. Tutti dicono di volerle aiutare ma nessuno lo fa concretamente.

Fin dall’inizio della pandemia abbiamo chiesto che il Sindaco si rivolga alle principali aziende partecipate per chiedere come ciascuna di esse possa contribuire a sostenere la cittadinanza in questa fase di crisi. Non solo Sboarina non ha fatto niente per avere delle risposte dalle aziende partecipate ma continua a permettere che le aziende comunali buttino i soldi dalla finestra per pubblicità di cui non hanno alcun bisogno, a meno di secondi fini meno nobili e meno chiari.

Porterò dunque in consiglio comunale la proposta per approvare un atto di indirizzo che vincoli il Sindaco a rinnovare alle aziende partecipate la richiesta di aiutare concretamente la popolazione e che vincoli le aziende ad astenersi dal fare qualunque tipo di pubblicità non necessaria che non sia per fini istituzionali o per ragioni di carattere legale.

Federico Benini, consigliere comunale Pd Verona

Categorie: Inchieste

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