Posto che dalla vicenda della casa del Sindaco Sboarina riportata da una inchiesta del settimanale Espresso non sono emersi profili penali, e che anche gli strascichi giudiziari risultano spenti stante il ritiro di tutte le denunce da parte della famiglia che lamentava il danno, appare il caso che il Sindaco Sboarina, in qualità di primo cittadino a amministratore pubblico, fornisca delle spiegazioni alla città in merito a questa compravendita. Non è da tutti, infatti, pagare un appartamento di 190 metri quadri più soffitta in zona centralissima, a due passi da Piazza Erbe, a prezzi della prima periferia come Borgo Milano o dell’estrema periferia sotto alla collina, come Avesa, Quinzano o Montorio.

Appurato che l’ “occasione” si è materializzata grazie ad un collega dello studio legale dove Sboarina lavora, ci domandiamo se il Sindaco, che è anche avvocato di lungo corso, non si sia fatto delle domande sul perché gli veniva offerto un appartamento da quasi un milione di euro al prezzo scontato di 630 mila, con in più la prospettiva, del tutto legale, di ridurre ulteriormente il prezzo d’acquisto a 450 mila euro se avesse estinto anzitempo il mutuo.

Immaginiamo che l’acquisto di un contratto preliminare di importo così elevato da un terzo più o meno conosciuto ( l’imprenditore che poi risulta aver comprato e rivenduto un altro appartamento sempre nello stesso stabile di quello del sindaco e sempre per la metà del valore di mercato) non sia un’operazione che si affronti a cuor leggero, senza prendere informazioni.

Ci domandiamo allora se il Sindaco fosse a corrente della vicenda, anche umana, che stava dietro a quell’ “occasione”, relativamente alla famiglia che ha perso tutti i propri beni in un momento di grave difficoltà economica, e che tipo di considerazioni il Sindaco abbia svolto. Legale non vuol sempre dire etico o morale. E per favore, non ci dica che tutto è avvenuto a sua insaputa, come aveva provato a fare l’ex ministro Claudio Scajola per un analogo caso di immobile acquisito a prezzi di affare. Alla fine Scajola dovette addirittura dimettersi. Le spiegazioni sono doverose.

I Segretari Pd Verona
Maurizio Facincani e Luigi Ugoli

Per il gruppo consiliare comunale
Federico Benini, Elisa La Paglia

Categorie: Inchieste

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