A distanza di ormai nove mesi resta ancora inevasa l’interrogazione del 28 settembre 2020 in cui chiedevo all’amministrazione comunale di chiarire, giustificare e valutare le circostanze che hanno portato il presidente di Serit Massimo Mariotti ad affidare numerose consulenze nel campo della comunicazione ad un compagno di partito, tal Roberto Perticone, segretario (almeno al tempo) di Fratelli d’Italia Lombardia nell’ambito di alcune legittime campagne di comunicazione avviate da Serit contro lo spreco di cibo.

Sembra infatti del tutto inopportuno, ancorché possa essere del tutto legale, affidare incarichi di grande rilevanza anche economica (si parlava di 2.500 euro al mese lordi per circa due anni) a personaggi politicamente contigui. Alle elezioni regionali del 2020 Perticone non aveva fatto mistero di essere stato sostenitore della campagna elettorale di Mariotti. Del resto Serit era ed è dotata di un ufficio comunicazione a cui non sembrano mancare le capacità e le competenze necessarie a svolgere una campagna di comunicazione relativamente così semplice.

La cosa strana è che, diversamente dalle altre volte in cui gli enti o le aziende collegate al Comune di Verona hanno fatto delle resistenze a rispondere alle interrogazioni o agli accessi agli atti, in questo caso da parte della Segreteria del Consiglio comunale non ho ricevuto nemmeno le notifiche dei solleciti che di solito vengono inviati agli enti o alle aziende reticenti.

Mi rivolgo dunque al Sindaco: questo silenzio significa che il primo cittadino non è interessato a come Serit spende il denaro delle bollette dei cittadini veronesi? O che Mariotti tiene politicamente in scacco il Sindaco? Insomma, non c’è nessuno con la schiena abbastanza diritta da far rispettare il regolamento comunale laddove prevede che deve essere data risposta alle interrogazioni entro 30 giorni?

Federico Benini, consigliere comunale Pd capogruppo

Categorie: Inchieste

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