L’ennesima operazione di polizia ha portato alla luce il grave fenomeno dell’inquinamento della nostra realtà sociale ed economica da parte della criminalità organizzata.
E’ quasi una NON notizia, considerata la ritualità degli eventi analoghi, per le caratteristiche ed i contenuti, ma in realtà è l’ulteriore prova provata del pericolo che stiamo correndo.
Da anni ormai la ndrangheta è presente a Verona – come confermato dall’allora Ministro dell’Interno Alfano – e più volte è stata colpita negli interessi economici. Ricordiamo che accanto ai numerosi arresti ed ai blitz effettuati, l’appena trasferito Prefetto Mulas ha emesso 17 interdittive antimafia alle quali si aggiungono le 7 emesse dalla predecessora Prefetto Stancari.
24 provvedimenti antimafia emessi nei confronti di imprese e persone collegate con la criminalità organizzata che operavano a Verona. Un numero così elevato che non ha eguali nel nord del Paese.
Verona primeggia in questo triste primato. Assume rilievo, peraltro, il paradosso, ma ovviamente a scapito di altre realtà in cui pare che la criminalità organizzata non esista.
E che dire degli incendi nei confronti di aziende che trattano rifiuti e di quelle che operano nel settore del trasporto?
In tutte le occasioni è stata osservata la perfetta conoscenza del territorio, gli spostamenti da una parte all’altra con facilità e l’impiego di tecniche tipiche dell’intimidazione.
Certamente la dinamicità economica del territorio veronese è la fonte primaria di interesse per la malavita organizzata, ma non siamo di fronte all’ineluttabilità dei fatti.
La malavita organizzata si annida e si infiltra quando c’è silenzio, ha bisogno dell’oblio per operare indisturbata ed accreditarsi nei confronti della “zona grigia”, professionisti ed imprenditori che prestano la loro opera, a volte anche inconsapevolmente.
A Verona le indagini hanno consentito di verificare il tipico fenomeno noto in altre realtà: soggetti, imprenditori, commercianti, cittadini, che si accreditano presso i capi, che suggeriscono affari, che sollecitano interventi economici e sociali. Un affidamento all’anti Stato che è la cartina di tornasole della pervasività e della pericolosità della piovra.
Quindi? Che fare?
Denunciamo a gran voce il solito silenzio delle più rilevanti Istituzioni veronesi, ormai una costante da anni. Denunciamo l’assenza di un nuovo Prefetto e le mancate scelte da parte dell’Ordinamento giudiziario.
Proposte:
- Avvertiamo la cogente necessità che vi sia subito la designazione del nuovo Prefetto. Non sono consentite dilazioni temporali e/o vacanze incomprensibili in quel delicatissimo ruolo e pensiamo sia necessaria una professionalità che abbia avuto esperienze o quantomeno conoscenze del fenomeno che attanaglia Verona in modo da proseguire quella “battaglia” che lo Stato deve compiere per garantire ai veronesi la sicurezza e la tranquillità nello svolgimento della vita quotidiana.
- Solleciteremo la presenza a Verona della Commissione parlamentare Antimafia per valutare gli aspetti che stanno connotando l’espansione delle infiltrazioni rispetto a quanto già acclarato nel marzo del 2015.
- Rilanciamo la richiesta di istituire a Verona una Sezione staccata della Direzione Distrettuale Antimafia, oggi presente solo a Venezia, capoluogo di Regione. Una professionalità di stanza qui a Verona aiuterebbe la lettura dei fatti accaduti e la pronta risposta di ordine particolare che non sempre la magistratura ordinaria è in grado di applicare.
- Chiediamo a tutte le Istituzioni veronesi, Comuni e Provincia, di avviare un percorso di sensibilizzazione culturale sul grave fenomeno, a partire dalla scuole per giungere in ogni dove al fine di creare quell’argine culturale ad ogni possibile fenomeno di presenza della criminalità organizzata ed in questo senso il PD veronese presenterà una proposta in ogni assemblea elettiva del territorio provinciale.
“Se le istituzioni continuano nella loro politica di miopia nei confronti della mafia, temo che la loro assoluta mancanza di prestigio nelle terre in cui prospera la criminalità organizzata non farà che favorire sempre di più Cosa Nostra.”
Giovanni Falcone.
Vincenzo D’Arienzo, Senatore PD
Maurizio Facincani, Segr Prov. PD
Federico Benini, Capogruppo PD Cons Com.