Tre consiglieri, Roberto Simeoni, Paolo Rossi e Thomas La Perna ci hanno guardato dentro e se ne sono presto andati. Al netto della tendenza al trasformismo opportunistico che permea gran parte della maggioranza, le tre defezioni registrate in poco tempo anche nelle file del gruppo consiliare leghista a Palazzo Barbieri sono particolarmente significative in quanto contribuiscono a sfatare il mito della Lega come partito radicato sul territorio e come luogo ideale dove fare politica tra la gente.
Soprattutto con l’’ultima gestione Fontana-Zavarise la Lega veronese, che in città prende soltanto l’8% dei consensi, è diventata quasi esclusivamente un centro di potere dove si sale e si scende a seconda delle amicizie interne, come accaduto proprio con Zavarise che da ex assistente di Fontana è stato fatto assessore.
Se n’è accorto perfino Salvini che ha provveduto a rimuovere Fontana. Un brutto segnale non solo perché impoverisce la vita pubblica cittadina ma anche perché contribuisce ad inasprire la lotta intestina per le poltrone tra le varie fazioni della maggioranza di Palazzo Barbieri condannando l’amministrazione della città all’immobilismo.
Per il gruppo consiliare comunale Pd
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani