Oggi comincia la discussione in commissione consiliare del Piano di razionalizzazione delle aziende partecipate, un provvedimento che potremmo chiamare fantasma perché ad oggi non ha dato alcun frutto: da 32 del 2019 le partecipazioni del Comune di Verona sono passate a 31. Soltanto una ne manca all’appello, la Lobrica Srl della galassia Serit posta in liquidazione. Ne mancano ancora 10 da “razionalizzare” e sulla maggior parte di esse non è stato fatto nulla.
Immutata la situazione anche sul fronte degli sperperi: sponsorizzazioni, contributi e marchette varie continuano “a pioggia” occupando una fetta considerevole del bilancio.
Basti dire che dal 2018 alla fine del 2019 gli integralisti cattolici del Comitato Pasque Veronesi, sostenuti dal consigliere nonché deputato leghista Vito Comencini, hanno ricevuto più di 86 mila euro, 63.661 euro nel 2018 e altri 22.450 euro nel 2019. Capofila di queste elargizioni è proprio il Comune di Verona con 10 mila euro all’anno, quasi una gabella; altri 7.500 sono stati dati dalle aziende partecipate (Agsm, Amia, Amt), 34 mila dalla Regione Veneto e sono riusciti a rastrellare perfino un contributo ministeriale di 22 mila euro per la celebrazione del 2017.
Mentre per le altre associazioni bisogna rispettare i vincoli di bilancio, per gli integralisti religiosi una fonte di finanziamento si trova sempre. Ma qual è il contributo che danno alla cultura veronese? Predicano contro i socialisti europei che a loro avrebbero un piano per la “castrazione selettiva dei bambini appena nati”; sostengono che le variazioni del clima sono imputabili a cause naturali e non umane, tema caro al consigliere Comencini. Imperdibile poi la disamina sull’esistenza dei giganti: “La Bibbia e i miti classici trovano conferma nell’archeologia” sentenziano. Questa è la cultura che sostiene la maggioranza di Sboarina.
Federico Benini, consigliere comunale Pd capogruppo